La Nuova Sardegna

Oristano

Scuole, il sindaco accusa: «La Regione ci danneggia»

Scuole, il sindaco accusa: «La Regione ci danneggia»

Nurachi, criticati i rimborsi a chi frequenta in paesi diversi da quelli di residenza Renzo Ponti: «Per noi una spesa e in più si rischia la fuga dai piccoli centri»

27 ottobre 2019
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NURACHI. Un no deciso quello inviato ieri a mezzo lettera dal sindaco Renzo Ponti al presidente della Regione Cristian Solinas, all’assessore alla Pubblica istruzione Andrea Biancareddu e ad altre cariche istituzionali. A motivarlo la delibera di giunta, che detta le regole applicative in materia di diritto allo studio e stabilisce le competenze amministrative per i Comuni. La delibera specifica le funzioni esercitate dai Comuni, singoli e associati, per l’erogazione dei servizi destinati alle scuole dell’infanzia e del primo ciclo ma non per quanto riguarda il trasporto scolastico degli studenti che risiedono nel territorio, ai quali i Comuni di residenza devono corrispondere un assegno anche se frequentano in altro Comune. Renzo Ponti ritiene quella delibera inapplicabile perché, a suo dire, se attuata «rischia di provocare la chiusura della scuola». Le preoccupazioni del primo cittadino non riguardano soltanto gli oneri finanziari che la delibera carica sulle casse comunali, visto che l’ente deve far fronte anche a quelli di chi frequenta in altri comuni, ma soprattutto gli effetti negativi che crea alla popolazione scolastica del suo Comune. «Tra i punti qualificanti del nostro programma elettorale – spiega Ponti – c’era un incentivo economico per chi sceglieva di frequentare le scuole primarie e secondarie nel paese. Una politica che si è rivelata premiante. Tanto che oggi abbiamo quattro classi nella scuola primaria, una pluriclasse e una classe intera in quella secondaria. E tra due anni, visto il trend positivo (15 nuovi iscritti per anno) i due cicli saranno al completo». Con quella delibera, invece, l’esodo degli studenti nurachesi e non verso altri luoghi riprenda potrebbe riprendere, vanificando, di fatto, i risultati positivi ottenuti finora. «La perdita anche di due alunni può portare alla chiusura di classi e conseguentemente delle scuole – afferma il sindaco – e se ciò avvenisse sarebbe una sconfitta per tutti, perché frequentare in un luogo diverso significherebbe perdere il legame con la propria comunità sin dalla più giovane età a vantaggio di altri centri, magari più popolati, che non soffrono le situazioni emergenziali delle piccole comunità. Preferisco premiare chi sceglie i servizi offerti dal proprio territorio se questo serve a proteggerlo dalla chiusura determinata dall’applicazione di leggi scellerate». Secondo Ponti, per salvaguardare le scuole nei piccoli centri, occorre che vengano rivisti i numeri minimi previsti per la formazione delle classi e delle pluriclassi.

Piero Marongiu

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