La Nuova Sardegna

Oristano

Salvataggio in extremis per il pronto soccorso

di Maria Antonietta Cossu
Salvataggio in extremis per il pronto soccorso

Ghilarza, scongiurata all’ultimo minuto la chiusura per il lungo ponte festivo In servizio le guardie mediche, ma la carenza di personale non è risolta

01 novembre 2019
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GHILARZA. Ha rischiato nuovamente di chiudere il punto di primo intervento dell’ospedale Delogu, dove le prestazioni si sarebbero dovute interrompere oggi per un tempo indefinito a causa della penuria di medici. All’ultimo momento la minaccia di una nuova serrata è stata sventata, ma la cronica carenza di personale e l’ennesimo salvataggio in extremis dopo i salti mortali compiuti tre mesi fa per evitare di sospendere le attività di medicina e del pronto soccorso hanno riproposto la condizione di precarietà cui è condannato ormai da qualche anno il presidio per il trattamento delle emergenze.

Salvo la pausa di due giorni ad agosto, il pronto soccorso del nosocomio ghilarzese ha operato senza soluzione di continuità fino a una manciata di giorni fa, quando il trasferimento a Cagliari di un medico vincitore di concorso ha riaperto la falla nel sistema. La direzione dell’Assl-Ats di Oristano ha prospettato la chiusura temporanea del presidio, ma nell’arco di 24 ore è stata trovata la soluzione che momentaneamente scongiura una battuta d’arresto. All’assenza dell’unità professionale si sopperirà attraverso un sistema di rotazione che garantirà la copertura dei turni fino al 6 novembre. L’obiettivo è comunque quello di superare l’emergenza.

«Ci adopereremo perché il servizio non venga sospeso – ha dichiarato il presidente della commissione Sanità, Domenico Gallus, reduce dal tour de force che ha richiesto il reclutamento di nuove unità alla vigilia di un lungo ponte festivo –. La notizia della chiusura mi è stata comunicata mercoledì pomeriggio e ieri l’assessore Nieddu, il commissario dell’Ats, i vertici dell’Assl oristanese e io abbiamo lavorato per scongiurare la sospensione del servizio attraverso l’apporto delle guardie mediche». Permane una condizione cronica che deve essere superata con misure durature. «La prima risposta che possiamo dare è che proprio ieri sono cominciati i corsi di formazione per i medici dell’area emergenza-urgenza e ad aprile 2020 ci saranno sessanta professionisti in grado di operare nei presidi del soccorso», ha riferito Gallus, rimarcando: «Nessuno dei piccoli ospedali chiuderà e questo deve valere anche per i punti di primo intervento».

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