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Il viaggio in Eritrea dello scrittore che cerca le sue origini
LACONI. Nuovo impegno letterario con un importante obiettivo: far luce sulla storia. La questione riguarda il dibattito sempre aperto sul colonialismo italiano, al quale lo scrittore Vittorio Melis,...
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LACONI. Nuovo impegno letterario con un importante obiettivo: far luce sulla storia. La questione riguarda il dibattito sempre aperto sul colonialismo italiano, al quale lo scrittore Vittorio Melis, laconese d’origine e asmarino per nascita, vuole contribuire con il romanzo “Asmara. Finalmente ti ho ritrovata”, opera edita da Montedit e finalista alla 24ª edizione del concorso letterario Jacques Prévert 2018. Il libro racconta il ritorno dell’autore, dopo circa sessant’anni, nella città natale: Asmara capitale dell’Eritrea. Il suo è un viaggio per rivedere i luoghi dell’infanzia, per rivivere i ricordi, ma soprattutto per capire.
Per ben due anni consecutivi Melis ha visitato località, monumenti, cimiteri, luoghi di culto e mercati, immergendosi tra la gente eritrea a cui è sempre rimasto legato da un profondo affetto. Asmara, la piccola Roma, oggi è una città dove il tempo sembra essersi fermato, ma dove resta la bellezza a testimonianza dell’ingegno italiano. «Solo ad Asmara – racconta Melis – sono stati costruiti 4.300 edifici di interesse artistico con una sperimentazione di materiali e di colori che voleva testimoniare il meglio dell’ italianità». La città nel 2017 è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco.
In questo viaggio, attraverso una narrazione chiara e indispensabili riferimenti storici, l’autore ripercorre gli impervi sentieri della storia dell’epoca coloniale e post coloniale italiana, cerca di rivivere quella realtà e di scoprire quale impronta hanno lasciato i coloni italiani nel cuore del popolo eritreo. Un viaggio, dunque, per far luce, per capire se quel periodo coloniale è stato un passato di vergogna o un passato di cui essere oggi orgogliosi. Come per gli altri libri pubblicati, Melis devolve i diritti d’autore a progetti di sviluppo per l’Eritrea. (iv.ful.)
Per ben due anni consecutivi Melis ha visitato località, monumenti, cimiteri, luoghi di culto e mercati, immergendosi tra la gente eritrea a cui è sempre rimasto legato da un profondo affetto. Asmara, la piccola Roma, oggi è una città dove il tempo sembra essersi fermato, ma dove resta la bellezza a testimonianza dell’ingegno italiano. «Solo ad Asmara – racconta Melis – sono stati costruiti 4.300 edifici di interesse artistico con una sperimentazione di materiali e di colori che voleva testimoniare il meglio dell’ italianità». La città nel 2017 è stata dichiarata patrimonio dell’Unesco.
In questo viaggio, attraverso una narrazione chiara e indispensabili riferimenti storici, l’autore ripercorre gli impervi sentieri della storia dell’epoca coloniale e post coloniale italiana, cerca di rivivere quella realtà e di scoprire quale impronta hanno lasciato i coloni italiani nel cuore del popolo eritreo. Un viaggio, dunque, per far luce, per capire se quel periodo coloniale è stato un passato di vergogna o un passato di cui essere oggi orgogliosi. Come per gli altri libri pubblicati, Melis devolve i diritti d’autore a progetti di sviluppo per l’Eritrea. (iv.ful.)
