La Nuova Sardegna

Oristano

Rapina in casa a Vicenza, in carcere un 23enne

Rapina in casa a Vicenza, in carcere un 23enne

Vive ad Abbasanta, la polizia lo accusa di aver aggredito nell’abitazione un anziano per rubare soldi

17 novembre 2019
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ABBASANTA. Dalla Sardegna al Veneto, ma non è un’epopea perché l’ultima tappa di Madane Abdelilah è in carcere a Massama. Il 23enne vive con la sua famiglia ad Abbasanta ed è qui che gli agenti della polizia l’hanno arrestato. È il frutto maturo di un’operazione portata avanti dalle Squadre mobili di Oristano, Trapani e Vicenza. È proprio la città veneta il luogo in cui si svolge l’episodio da “Arancia meccanica” che ha dato vita alle indagini terminate con l’emissione di due misure cautelari in carcere – il secondo arrestato è un altro cittadino di origine marocchina che vive a Mazara del Vallo –. Le accuse sono tre e le più pesanti sono quelle di rapina e sequestro di persona, ma ad aggravare la posizione dei due indagati c’è anche l’utilizzo indebito di carta di credito.

Madane Abdelilah e il suo complice, grazie al precedente lavoro in alcune ditte di fornitura di gas ed energia elettrica, avevano individuato la vittima dopo aver fatto delle finte ispezioni. La notte del 30 settembre hanno forzato la porta dell’appartamento di un 79enne che è stato immobilizzato: uno dei due rapinatori gli teneva il volto sul pavimento, mentre l’altro andava in cerca di soldi per tutta la casa. Finito il colpo, l’anziano, che intanto era stato pestato, è stato legato a una sedia dov’è rimasto per diverso tempo, mentre i due si davano alla fuga con le tasche piene di soldi. Avevano infatti trovato diverse centinaia di euro in contanti e, trovando una chiavetta per operazioni bancarie sul tavolo, sono riusciti a effettuare una transazione da duemila euro. Con sé hanno portato anche la carta di credito e il bancomat dell’anziano che hanno utilizzato sino a che non sono stati messi fuori servizio.

È stato un coinquilino a trovare la vittima legata e in stato di choc. Fatta la denuncia sono scattate le indagini che, grazie a un’impronta digitale, a verifiche sui telefonini e alle telecamere di videosorveglianza hanno portato ai due ragazzi arrestati martedì scorso. (e.carta)

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