La Nuova Sardegna

Oristano

Le opere d’arte erano vere: assolto

di Enrico Carta
Le opere d’arte erano vere: assolto

Il collezionista finito sotto processo ha dimostrato che non erano dei falsi

26 novembre 2019
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ORISTANO. Non saranno state dei Picasso o dei Modigliani, ma certamente non erano dei falsi. Le opere d’arte detenute dal collezionista oristanese Antonello Carboni (47 anni) erano vere. Verissime, al punto che il giudice monocratico Marco Mascia ha deciso l’assoluzione per l’imputato che al processo iniziato alcuni anni fa doveva rispondere dell’accusa di ricettazione. Rischiava una condanna a due anni e mezzo: tanto aveva richiesto il pubblico ministero Giuseppe Scarpa che aveva sposato la linea della consulente della procura la quale aveva presentato la denuncia dopo aver visto alcune delle opere collezionate da Antonello Carboni in un’asta su internet.

La professoressa Maria Laura Ferru aveva messo sul chi va là la Soprintendenza e in aula aveva ribadito che i presunti pezzi da collezione null’altro erano se non dei falsi. Le varie firme di artisti come Ciriaco Piras, Federico e Melchiorre Melis o Vincenzo Farci sarebbero state quindi posticce e messe lì per trarre in inganno eventuali acquirenti o espositori. Consulenze opposte e testimonianze dirette di chi aveva lavorato con gli artisti, hanno però fatto emergere una verità differente. L’avvocato difensore Roberto Martani ha portato in aula esperti d’arte, evidenziato che una brocca attribuita a Ciriaco Piras e ritenuta un pezzo unico che farebbe gola a qualche museo o che meriterebbe di finire nelle pagine di qualche pubblicazione che si occupa di arte sarda.

Oltre all’assoluzione, il giudice ha deciso anche la restituzione dell’intera collezione del valore di alcune migliaia di euro al suo proprietario. Sin dal momento della denuncia e per tutto il processo, le opere erano state tenute sotto sequestro. Costituivano infatti il corpo del reato. Ora potrà riammirarle.

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