La Nuova Sardegna

Oristano

Violenza di genere, in un anno 58 episodi

di Enrico Carta
Violenza di genere, in un anno 58 episodi

Il questore Giusi Stellino fa il punto sull’attività svolta nel corso del 2019 Sono 46 le indagini per maltrattamenti. Ci sono i primi 2 casi di revenge porn

11 dicembre 2019
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ORISTANO. Arresti, condanne, misure cautelari, ammonimenti, denunce e inchieste che si susseguono. Non siamo all’emergenza, ma nel giro di un anno i casi di violenza di genere hanno subito un’impennata. La legge del Codice Rosso che, ad agosto, ha introdotto modifiche al codice penale e procedure facilitate per gli interventi della magistratura e della forze di polizia per questo tipo di reati ha il suo peso sulle cifre finali del 2019 che si avvia alla conclusione. Non è un caso che negli ultimi mesi dell’anno sulla stampa ci sia stata un’impennata di notizie che riguardano in particolare i maltrattamenti in famiglia. «Ritengo comunque che non ci sia un’escalation», esordisce il questore Giusi Stellino e il fatto che i numeri siano in crescita è probabilmente anche il frutto maturo di una diversa sensibilità nella società oristanese: ciò che prima veniva taciuto o veniva considerato esclusivamente come un fatto privato da inscatolare tra le mura di casa, ora è qualcosa che invece viene valutato con il giusto peso. «È una realtà che si affronta più a viso aperto rispetto al passato – prosegue Giusi Stellino –. Restano remore e vergogna, però c’è maggiore consapevolezza acquisita negli anni e con importanti passaggi legislativi. Nel frattempo anche l’approccio degli agenti è cambiato: l’attività della Squadra mobile, delle Volanti e della Divisione anticrimine è sempre più supportata dalla formazione specialistica che aumenta la sensibilità e la preparazione di chi si trova a operare in contesti del genere».

Proprio le varie sezioni di polizia da gennaio in poi hanno già avuto sul tavolo i fascicoli di ben 58 casi che hanno portato alla denuncia di 56 persone, cifra che comprende anche una donna e un minorenne. Gli episodi più gravi hanno anche già avuto un preambolo in tribunale in attesa di eventuali processi: sono state infatti 15 le misure cautelari eseguite. E un ruolo importante anche in questa azione di prevenzione ha un istituto come l’ammonimento che spetta direttamente al questore. Se nel 2018 erano stati 16, nel 2019 quelli che riguardano la violenza in ambito domestico sono stati ben 29. Leggermente in calo sono invece gli ammonimenti per gli atti persecutori ovvero lo stalking per il quale dai cinque del 2018 si è scesi ai 3 del 2019. «È un provvedimento che ha garantito risultati positivi – dice il questore –. Monitorando i casi, abbiamo notato che difficilmente si va incontro a una recidiva, grazie anche al dialogo che i nostri agenti instaurano con loro. In altre occasioni è necessario monitorare la situazione in maniera più vigorosa, ma i casi di recidiva si fermano al 30% per i maltrattamenti in famiglia e al 20% per quelli di stalking. La soddisfazione maggiore è arrivata quando inaspettatamente ci siamo visti recapitare due lettere di ringraziamento dai familiari delle vittime. In uno di questi casi, i poliziotti che sono intervenuti hanno anche aiutato materialmente la famiglia in difficoltà con l’acquisto di beni di prima necessità».

Il lato oscuro però rimane come una macchia indelebile, perché certi episodi non si cancellano semplicemente voltando pagina. I numeri pesano e dicono che ben 46 sono le persone indagate per maltrattamenti in famiglia, 7 per stalking, e ancora 2 sono gli indagati per abusi sessuali, mentre si affaccia un nuovo reato, quello del cosidetto revenge porn: sono 2 i casi di vendette con ricatti a sfondo sessuale. Anche l’età di autori e vittime è molto varia: tra gli indagati il più giovane ha 16 anni e il più anziano 74; tra le vittime c’è chi ne ha ben 73 e chi purtroppo appena due mesi.

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