La Nuova Sardegna

Oristano

Torna la magia del fuoco con i riti di Sant’Antonio

di Ivana Fulghesu
Torna la magia del fuoco con i riti di Sant’Antonio

A Laconi la festa comincia nei giorni dell’Epifania e dura quasi sino a carnevale Le comitive dei “fedales” alla ricerca dei tronchi per ripetere l’antico rito

03 gennaio 2020
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LACONI. Non sarà l’Epifania a congedare il lungo periodo di festività nella cittadina del Sarcidano. Fervono, infatti, in questi giorni i preparativi di Su fogone, che segna il tradizionale passaggio del testimone tra il Natale e i magici riti del fuoco in onore di Sant’Antonio abate. Il primo falò ufficiale della stagione, quello del 17 dicembre, è stato acceso nel rione di Sant’Ignazio per ricordare la nascita del santo concittadino. Poi, ancor prima della conclusione delle festività natalizie, diversi gruppi e associazioni, in particolare le comitive dei cosiddetti fedales, sono impegnati a reperire un tronco votivo che, insieme ad altri, andrà ad alimentare il grande falò, composto da decine di vecchi alberi secolari, che sarà acceso la notte del 16 gennaio nella piazza antistante l’antichissima chiesa di Sant’Antonio; in contemporanea verranno accesi tutti gli altri fuochi nei singoli rioni e nelle borgate.

Questa è una festa dove cristianità e tradizioni pagane si fondono e le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Unica data certa è quella della costruzione della chiesa dedicata al santo eremita egiziano, eretta intorno all’anno mille, che fu anche la prima parrocchia cittadina. In questi giorni centinaia di partecipanti celebrano l’evento con lauti pranzi a base dei piatti della tradizione, con il buon vino e il pan ’e saba, prodotto d’eccellenza dell’arte dolciaria laconese, realizzato, secondo la ricetta dei puristi delle tradizioni, esclusivamente con la sapa di fichi d’india.

Quella di Sant’Antonio è una festa che a Laconi assume caratteristiche peculiari rispetto ad altri paesi sia per la durata sia per la portata delle celebrazioni dove non mancano il buon cibo, la musica, i festeggiamenti in piazza e la prima uscita stagionale dei Corongiaius, la maschera tradizionale laconese. Una festa che suscita sempre maggior interesse: mentre in passato aveva una dimensione più intima, col passare degli anni è diventata occasione turistica per gli appassionati delle tradizioni e soprattutto motivo di richiamo per i tanti emigrati laconesi che scelgono proprio i giorni di festa di Sant’Antonio come stimolo per rientrare seppure per pochi giorni al paese natio.

È forse in queste settimane che trascorrono tra Natale e carnevale che la dimensione più intima della cultura sarda nei paesi dell’interno sprigiona tutta la sua antica magia.

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