La Nuova Sardegna

Oristano

La magnifica sfida di Baradili, paese più piccolo della Sardegna: il marchio del buon vivere

di Davide Pinna
L'incontro in Comune per presentare il progetto
L'incontro in Comune per presentare il progetto

Solo 78 abitanti: ma c'è un gruppo di giovani che presenta un progetto con i cinque punti per una vita serena

01 febbraio 2020
3 MINUTI DI LETTURA





BARADILI. La consapevolezza non manca, ai giovani di Baradili, il più piccolo paese della Sardegna, con 78 abitanti censiti alla data del 24 maggio 2019.

«Siamo la migliore speranza per il futuro del nostro paese – racconta Anna Cabras, 20 anni, studentessa universitaria – la nostra storia ancora non è stata scritta». Forse però la frase più significativa è quella che pronuncia poco dopo.

«Sto cercando disperatamente un motivo valido per rimanere a Baradili, anche se ce ne sono altri mille che ci dicono di scappare».

Perché che ci sia lo spopolamento lo sanno i ragazzi di Baradili, conoscono le difficoltà legate a vivere nel bel mezzo della Marmilla, con i servizi pubblici che chiudono e, banalmente, sempre meno coetanei con cui passare il tempo.

Ma c'è la speranza di invertire la rotta, e un'opportunità in più adesso c'è, anche nel più piccolo paese della Sardegna, forse proprio per il fatto stesso di essere così piccolo. La chiave di questa speranza è il «buon vivere» e i protagonisti sono tre.

L’amministrazione comunale, una giovane società di consulenze che si occupa di promuovere la coesione delle comunità, e gli abitanti di Baradili, soprattutto i più giovani.

Ma andiamo con ordine: «Visto che non potevamo puntare sui numeri – dice con una battuta il sindaco di Baradili, Lino Zedda – abbiamo deciso di puntare sulla qualità. E per la promozione del nostro territorio, abbiamo realizzato un bando pubblico, vinto dalla società Nabui, che ringrazio per l'ottimo lavoro che sta svolgendo».

Qui entra in gioco la società, Nabui, che deve curare la promozione turistica del piccolo paese. Potevano farlo alla maniera tradizionale, ma decidono invece di puntare su processi partecipativi che coinvolgano gli abitanti di Baradili e soprattutto i più giovani.

«Abbiamo individuato un'ambasciatrice di comunità, Anna – spiega Tomaso Ledda, uno degli ideatori di Nabui – e con lei abbiamo costruito un gruppo formato dai giovani del paese».

Partono così tutta una serie di incontri, in cui viene costruita una campagna promozionale che non è rivolta solo all'esterno.

«Uno degli obiettivi del nostro lavoro è quello di promuovere il protagonismo dei giovani del paese» spiega ancora Ledda. Così, Nabui e i giovani, iniziano a lavorare e la prima cosa che viene fuori è il brand del paese: come Barcellona o New York, ora Baradili ha un suo logo, scritto in caratteri riconoscibili e adattabile alle occasioni.

Non solo, il lavoro collettivo porta alla produzione di un book promozionale, diverso da quelli a cui siamo abituati: sono i giovani stessi, cordinati da Nabui, a raccontare il paese, utilizzando la prima persona plurale, e le foto hanno proprio i ragazzi come protagonisti e gli scorci del borgo come sfondo. Giusto per capire il tono, ecco un estratto.

«Quando i turisti assaggiano i ravioli di Baradili non li dimenticano più. Ormai noi siamo abituati però sappiamo bene che il sapore di limone le persone non se lo aspettano».

Così Baradili punta a diventare il paese del «buon vivere», the Baradili way of life si legge nella copertina del book, e siccome per vivere bene bisogna impegnarsi a rispettare certe regole, i giovani, l'amministrazione e Nabui hanno firmato un manifesto.

Cinque regole da seguire per essere perfetti ambasciatori del buon vivere, «La collaborazione è al primo posto, non dobbiamo pensare che da soli si possa fare tutto» recita la seconda.

«I luoghi e le relazioni sono casa nostra, difendiamoli dall'abbandono» si legge nella quinta.

Cinque punti per conservare la vita tranquilla e serena che in piccoli paesi come Baradili è naturale, ma rischia di scomparire di fronte alla sfida dello spopolamento. Una sfida che a Baradili vogliono vincere.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative