La Nuova Sardegna

Oristano

padre accusato di tentato omicidio 

«Mio cognato non picchiò la bimba»

La testimone dice che gli cadde involontariamente dalle mani

07 febbraio 2020
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ORISTANO. «Mio cognato non buttò il bambino per terra, cadde dalle sue mani». È durata quasi tre ore la deposizione di quella che è considerata teste chiave del processo che vede imputato un ambulante senegalese di maltrattamenti in famiglia. Una vicenda che risale a poco meno di un anno fa, quando, una bambina di pochi mesi venne portata in pronto soccorso. Secondo la ricostruzione dei fatti, la piccola sarebbe caduta mentre il padre, ubriaco, cercava di strapparla dalle braccia della madre che, date le sue condizioni, si rifiutava di dargliela. Ne scaturì un violento litigio, culminato con la caduta della piccola, la corsa in ospedale e l’intervento degli agenti di una volante della polizia che arrestarono l’uomo, ancora in carcere. Quella sera in casa c’era anche una cognata, sorella della moglie. Sarà stato per alcune difficoltà nella lingua, ma anche per l’imbarazzo (o forse anche il timore) di trovarsi di fronte il cognato seduto al banco degli imputati con dietro la scorta degli agenti della polizia penitenziaria, ma la donna è caduta tantissime volte in contraddizione, con tanti «non ricordo« e soprattutto, cambiando frequentemente versione, tanto che più volte, è stata ripresa dal presidente del collegio giudicante, Elisa Marras. La donna ha comunque riferito di sapere che il cognato a volte rientrasse a casa ubriaco e fosse violento nei confronti della moglie. «Una volta, che ero rientrata per un breve periodo in Senegal, mi inviò col telefonino la foto del suo volto con i segni delle percosse», ha riferito. Il processo prosegue il 13 marzo.

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