La Nuova Sardegna

Oristano

La magia della Sartiglia tra i detenuti

di Eleonora Caddeo
La magia della Sartiglia tra i detenuti

Lezione in carcere a Massama per far conoscere le particolarità della giostra

12 febbraio 2020
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ORISTANO. La storia della Sartiglia, dalla più antica a quella più recente, attraverso una chiacchierata tra cultura e storia del territorio oristanese. È la particolare lezione che ha visto protagonisti da un lato l’istituzione Sa Sartiglia e dall’altra i detenuti della casa circondariale di Massama, in due incontri, che si sono svolti sabato e martedì. Cento gli ospiti coinvolti in questo momento di aggregazione e integrazione, di cui una sessantina detenuti in regime di alta sicurezza e la restante parte detenuti ordinari, con qualche ospite in regime di isolamento, tra cui Cesare Battisti.

I professori d’eccezione sono Luigi Cozzoli, presidente dell’istituzione Sa Sartiglia, Maurizio Casu curatore del centro di documentazione della Sartiglia e Antonio Sanna, responsabile delle delegazioni estere. Un trio di esperti che ha presentato la manifestazione nella sua parte storica sino al risvolto culturale, raccontando la giostra dalle prime testimonianze storiche sino a oggi, con qualche accenno sulle manifestazioni più vicine alla tradizione oristanese.

Tante le curiosità dei detenuti, dal perché gli indumenti del componidori non hanno bottoni e vengono cuciti, al capire come si fa a fare una piramide durante le evoluzioni a cavallo. Da quante mammole è composta sa pippia de maju, a quante rosette servono per la bardatura del cavallo. Per l’occasione proprio le rosette, gioielli della manualità locale, sono state portate in visione ai detenuti.

«Uno dei progetti della Fondazione è di far comunicare il più possibile la Sartiglia – ha sottolineato Cozzoli –. In questo caso è stata anche un’occasione di leggerezza per i detenuti, i quali hanno mostrato molto interesse e uno di loro di ha anche donato un quadro da lui dipinto». Proprio il presidente dell’istituzione ha raccontato anche dei progetti futuri dal respiro internazionale della Sartiglia. «Dobbiamo fare rete con le altre manifestazioni con progetti condivisi che possano far conoscere le nostre tradizioni e far confluire finanziamenti».

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