La Nuova Sardegna

Oristano

La maggioranza replica: «Su dominariu un gioiello»

di Davide Pinna
La maggioranza replica: «Su dominariu un gioiello»

Il gruppo Giovine Laconi difende il progetto di recupero dello stabile ex Laore «Abbiamo scelto l’integrazione tra più settori. Condannati senza colpe»

29 febbraio 2020
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LACONI. Il progetto per il futuro di Su Dominariu resta al centro del confronto politico. Il gruppo di maggioranza Giovine Laconi interviene sulla questione con un lungo comunicato che ha un titolo già di per sé molto chiaro: “Accusati, processati e condannati senza aver commesso il fatto”. Poi inizia la replica: «Con una banalità sconcertante – scrivono gli amministratori – oggi si paventa un nuovo mostro o una nuova cattedrale nel deserto e il conseguente immane spreco di risorse pubbliche, nell’ambito dell’imminente ristrutturazione degli stabili di Su Dominariu». Cosi non sarà, rassicura il gruppo che guida la cittadina sintetizzando anche il progetto che hanno pensato: «La proposta riguarda la realizzazione, su una parte del complesso, di uno spazio per la valorizzazione delle produzioni locali, scelta imprescindibile, secondo le regole del bando, per gli immobili ex-Laore; mentre sull’altra parte, la vecchia colonia, la creazione di un centro di assistenza per persone a rischio emarginazione».

Il documento spiega che questa scelta «promuove l’integrazione dei settori artigianale agroalimentare, turistico e socio-assistenziale e rappresenta un’opportunità di sviluppo e lavoro per Laconi e per il territorio. L’idea progettuale è stata valutata e accolta positivamente dalla Regione e finanziata per circa 2 milioni e 800mila euro». Nessuno stop dunque e il progetto va avanti: «In questa prima fase, seppur con l’imprevisto della presenza della colonia di chirotteri, che comporta un obbligo di tutela e convivenza, e con l’assoluto obiettivo di evitare la paventata nuova cattedrale nel deserto, abbiamo ritenuto necessario, insieme allo studio di architettura incaricato della progettazione esecutiva, di ascoltare e condividere le esigenze degli operatori economici del territorio per rendere la struttura funzionale e funzionante per chi, concretamente, vorrà fare impresa e concorrerà per la gestione di una struttura ben ristrutturata e pensata sul risparmio energetico».

Per quanto riguarda, invece, la convocazione di un incontro pubblico, come richiesto dai gruppi di minoranza, gli amministratori affermano: «Non abbiamo ritenuto necessario né opportuno convocare un’assemblea pubblica sul tema perché i margini di discussione sono ingessati dalle imposizioni del bando di gara e dalle conseguenti procedure di ottenimento del finanziamento, con la destinazione dell’immobile già stabilita a priori non certo dal Comune. Invitiamo i due gruppi di minoranza a fare un po’ di mea culpa piuttosto che accusare, processare e condannare gli altri che non hanno commesso ancora il delitto perfetto, se non creato i presupposti per limitare gli sprechi», conclude Giovine Laconi.

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