La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano, al San Martino nuovo reparto Covid-19

Oristano, al San Martino nuovo reparto Covid-19

Subito 13 posti letto, verso l'apertura anche di un laboratorio di analisi

03 aprile 2020
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ORISTANO. Sarà operativo da sabato 4 aprile il nuovo reparto Covid-19 dell'ospedale San Martino di Oristano, situato nei locali della ex Pediatria, al primo piano del corpo M. In questa fase la struttura, che si aggiunge agli altri sei Covid Hospital dell'Isola, ospiterà i casi sospetti di Coronavirus in attesa di diagnosi, andando a liberare l'area Obi del Pronto Soccorso dove attualmente vengono sistemati i soggetti con sintomi respiratori, ma nella fase 2 del piano regionale di emergenza, che sarà avviata qualora si dovessero saturare i posti disponibili nelle altre strutture ospedaliere dell'isola, prenderà in carico anche i pazienti positivi al virus. Tredici i posti letto inizialmente a disposizione (in quanto sospetti, tutti i pazienti devono disporre di una stanza singola per evitare eventuali contagi), mentre nella fase 2 la capienza del reparto potrà salire fino a 26 posti letto (due pazienti per stanza). A questi si sommeranno 9 posti letto di terapia intensiva allestiti nei locali della ex Rianimazione del San Martino.

Nel reparto saranno operativi 11 medici sotto la guida di uno pneumologo, 13 infermieri più il coordinatore infermieristico e 6 operatori socio-sanitari. Sono stati definiti i percorsi e le procedure pretriage, necessari a garantire la sicurezza del personale sanitario e dei pazienti, e sono stati conclusi i collaudi di macchinari e attrezzature, in gran parte donati da istituti di credito, enti, associazioni e raccolte fondi di privati cittadini: una gara di solidarietà che ha permesso di acquisire in tempi estremamente ridotti tutto il materiale necessario all'avvio dell'attività.

Dalla prossima settimana sarà operativo al San Martino anche il Laboratorio analisi Covid-19, in cui saranno effettuate le diagnosi sui tamponi inviati dall'Unità di crisi locale: una novità che permetterà di accelerare i tempi che intercorrono tra il prelievo del campione e l'esito dell'analisi e di intervenire in maniera più rapida e mirata sui pazienti. (Ansa).

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