La Nuova Sardegna

Oristano

Travolta da un tronco a Sa Tuva abortì: risarcita con 1,2 milioni

di Maria Antonietta Cossu
Travolta da un tronco a Sa Tuva abortì: risarcita con 1,2 milioni

Nel 2003 l’enorme tronco cavo del falò cadde su una donna rendendola invalida. In sede civile il Comune di Norbello giudicato corresponsabile con due ministeri 

22 aprile 2020
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NORBELLO. L'epilogo della lunga vicenda giudiziaria scaturita diciassette anni fa dall'incidente cosiddetto della Tuva si traduce per il Comune nella condanna a un risarcimento oneroso.

L'ente locale dovrà corrispondere un milione e 200mila euro alla giovane donna che nel gennaio del 2003 fu travolta da un tronco in fiamme mentre assisteva ai festeggiamenti in onore di Sant'Antonio. Gisella Bussu subì un aborto e una grave menomazione fisica, un trauma doloroso che ebbe inevitabili risvolti giudiziari a cominciare dal processo di natura penale in cui furono coinvolti i ragazzi della leva dei diciottenni impegnati nell'allestimento del falò votivo. Il dibattimento si chiuse con l'assoluzione in appello dei quattro giovani condannati in primo grado e qualche tempo dopo fu il Comune a essere citato in giudizio nella causa civile intentata dai coniugi Bussu e Serra, rappresentati dall'avvocato Gabriella Greco.

La sentenza di primo grado è storia recente: il giudice del tribunale di Oristano ha ritenuto il Comune responsabile dei danni subiti dalla vittima e dal marito ravvisato gravi omissioni nella gestione della sicurezza. Le più gravi sono riconducibili alle carenze nell'allestimento delle misure di protezione e nel mancato rispetto della normativa relativa alle dimensioni e al la tipologia del tronco. In solido con l'ente locale sono stati condannati i ministeri della Difesa e dell’Interno che dovranno pagare metà della somma.

Secondo la strategia difensiva adottata dall'avvocato Piero Franceschi, qualora fossero state accertate delle responsabilità, queste erano imputabili allo Stato in considerazione del fatto che un sindaco agisce in veste di ufficiale di governo. Queste ragioni sono state accolte. Per conoscere le intenzioni dell'amministrazione riguardo a un possibile ricorso in appello si dovrà presumibilmente attendere il dispositivo della sentenza. Ogni eventuale contromossa, tuttavia, è stata anticipata dalla comunicazione del sindaco, che ha voluto mettere al corrente personalmente i cittadini delle risultanze del procedimento dibattimentale per «evitare voci incontrollate e non veritiere», ha specificato Manca in una nota pubblicata sui profili social suo e del Comune. L'amministratore ha voluto rassicurare la collettività escludendo danni erariali irreparabili, contraccolpi all'attività dell'ente o un aggravio della pressione fiscale.

«Sono già pronte soluzioni per far sì che nessun cittadino versi un euro in più e nessun servizio sia ridotto per far fronte a questo problema. Non nego che sia una situazione complicata ma posso assicurare che ci si è preparati per tempo ad affro ntare il problema». ha affermato Manca. Leggendo tra le righe, il rischio di un dissesto finanziario parrebbe scongiurato, complici le scelte prudenziali cui ha fatto cenno il sindaco nel messaggio. «Tra pagamento e regresso, questa causa costerà al Comune 580mila euro, ma sin dall'insediamento, nel 2015, ci siamo preparati ad affrontare questo momento attraverso il vincolo di somme e di beni e la rappresentazione dell'eventualità ad altri enti per ricevere un aiuto», ha garantito Manca.
 

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