La Nuova Sardegna

Oristano

Librerie aperte ma ancora vuote

di Piero Marongiu
Librerie aperte ma ancora vuote

Nonostante l’applicazione delle norme di protezione e sicurezza, sono pochi clienti nei locali

01 maggio 2020
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ORISTANO. Librerie aperte per prime, ma pochissimi i clienti che hanno deciso di tornare ad acquistare un libro. In città ci sono sei librerie, due delle quali vendono anche materiale di cancelleria, ma a frequentarle, e ad acquistare regolarmente libri, generalmente sono sempre le stesse persone.

«Abbiamo preparato l’accoglienza con cura meticolosa, disponendo, all’ingresso sia i guanti che il gel disinfettante – dice Maura Frau, della libreria Giunti – ma finora le persone che vengono a trovarci sono ancora poche. Il nostro punto vendita dispone di un ampio spazio, e questo consente la presenza contemporanea, in tutta sicurezza e nel rispetto del distanziamento sociale, di quattro persone più l’addetta alla vendita, pertanto non c’è motivo di aver paura di venire in libreria. Speriamo che la situazione ritorni presto alla normalità». Alberto Casta, titolare de La Matita, due punti vendita, parla di un calo delle vendite del 70 per cento. «Una diminuzione iniziata fin dall’insorgere dell’emergenza sanitaria, tanto che pensavamo di chiudere prima ancora che venissero introdotti i decreti con le restrizioni – spiega – e come molte altre librerie anche noi abbiamo lavorato con la consegna a domicilio, un servizio che offrivamo anche prima ai nostri clienti, ma con la riapertura dei punti vendita il trend negativo non è cambiato».

Meno pessimista Mauro Canu, della libreria storica che porta il nome della sua famiglia, che dal 12 marzo ha messo in cassa integrazione il suo dipendente, e non lo richiamerà fino a quando la situazione non tornerà alla normalità. «La riapertura ha significato un buon riscontro nei primi giorni – osserva – poi le vendite sono calate ben oltre il 50 per cento. In questo momento è fondamentale che le istituzioni sostengano le aziende, tutte, altrimenti, per molte di esse, il rischio chiusura definitiva è dietro l’angolo». Decisamente in controtendenza il dato riferito da Marina Casta, della libreria Mondadori.

«Forse c’era molta attesa per la riapertura – sottolinea – fatto sta che noi stiamo lavorando molto bene, e non possiamo che essere contenti di questo. Il nostro locale è dotato di due ingressi, pertanto non c’è neppure il rischio che le persone si incontrino. Inoltre, agli ingressi ci sono guanti e disinfettante». Nella maggioranza delle librerie cittadine, dopo la riapertura, avvenuta con una decina di giorni di ritardo a causa dell’ordinanza firmata dal governatore Christian Solinas, non si sono registrati incrementi della clientela. E, a parte la buona ripartenza, probabilmente dovuta anche alla possibilità di avere un motivo in più per uscire di casa, la riapertura non ha prodotto i risultati sperati. I clienti, per svariati motivi, non ultimo la poca disponibilità economica causata dalla crisi, stentano ad arrivare. E molti lettori i libri preferiscono acquistarli su internet dalle piattaforme gestite dai grandi gruppi multinazionali che vendono a prezzi insostenibili per le librerie. La crisi del comparto non è per nulla terminata.

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