La Nuova Sardegna

Oristano

La ripartenza è lenta: pochi clienti, tanta fiducia

di Pietro Marongiu
La ripartenza è lenta: pochi clienti, tanta fiducia

Per bar e ristoranti l’approccio con la ripresa dell’attività non è stato eccellente «Il momento è difficile, ma non ci perdiamo d’animo. Serve pazienza»

19 maggio 2020
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ORISTANO. La voglia di ripartire non manca. Quel che però ancora scarseggia sono i clienti, pochi e con un occhio attento al portafoglio. Ma non tutti in città e provincia, tra gestori di bar e ristoratori, ieri hanno tirato su la serranda. Molti, soprattutto quelli che pagavano l’affitto del locale, non ce l’hanno fata a resistere alla chiusura forzata e alla mancanza degli aiuti promessi e si sono arresi. E dietro ogni esercizio commerciale rimasto chiuso, ci sono persone rimaste senza lavoro.

Gran parte di quelli che hanno riaperto, invece, l’ha fatto con personale ridotto. Conoscere il numero esatto di quanti hanno lasciato la serranda abbassata è ancora prematuro. I dati ufficiali si conosceranno nelle prossime settimane. Qualcuno dice che non riaprirà, qualcun altro invece vuole attendere ancora per evitare di dover chiudere di nuovo se la situazione non si stabilizza. La paura che il virus si ripresenti, è tanta. Sta di fatto che l’affluenza auspicata dai baristi ieri mattina non c’è stata. Gli effetti della crisi causata dal Coronavirus, come previsto dagli indicatori economici, si fanno sentire in tutti i settori e molti sono stati costretti a tagliare le spese, comprese quelle generate dai pochi euro occorrenti per fare la colazione al bar.

I pochi clienti che entrano consumano e vanno via subito. Niente giornali da sfogliare mentre si gusta il caffè, niente assembramenti, niente conversazioni, come avveniva prima dell’emergenza sanitaria. La paura del contagio è papabile e i contatti ravvicinati vengono evitati accuratamente. «Il distanziamento sociale e l’uso della mascherina vengono osservati da tutti – dicono i fratelli titolari del bar Vacca in piazza Manno –. Speriamo di ritornare presto alla normalità». Nel locale i tavolini sono sistemati alla distanza prevista, ma solo due sono occupati.

Al DrimCaffe letterario i libri, debitamente sanificati, sono ben disposti negli spazi: testi di narrativa, di filosofia, di poesia e saggistica, di autori italiani e internazionali, invitano a sedersi e a leggere qualche pagina mentre si fa colazione o si è in attesa del pranzo, ma ieri mattina sono rimasti al loro posto. I prezzi, al banco o a tavolino, non hanno subito variazioni rispetto a quelli in vigore prima della chiusura. «Capiamo bene che il momento è difficile per tutti, compresi i gestori dei bar – dice il titolare Michele Mereu –. In questi due mesi abbiamo rimodernato il locale, modificato la disposizione dei tavolini, eliminando quelli in eccesso per rispettare le distanze tra le persone e sanificato tutti gli ambienti. Ogni intervento è stato realizzato a nostre spese perché degli aiuti annunciati non è arrivato un solo euro. Ma l’entusiasmo per la riapertura è tanto, come la voglia di tornare a lavorare e di riprenderci la nostra vita, esattamente come era prima che iniziassero le restrizioni imposte dal Covid-19».

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