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Oristano

Altre bambine nella rete? Al vaglio l’archivio segreto

di Enrico Carta
Altre bambine nella rete? Al vaglio l’archivio segreto

Arcidano, accertamenti su pc e telefono sequestrati al 53enne in cella per abusi Gli inquirenti sono convinti che più giovani vittime siano finite nella trappola

29 maggio 2020
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SAN NICOLÒ ARCIDANO. Dentro i computer e il telefonino si nascondo altri segreti. Ne sono convinti gli inquirenti che passeranno al setaccio nei prossimi giorni tutti i supporti elettronici del 53enne, arrestato la scorsa settimana perché accusato di aver adescato e aver avuto rapporti sessuali con una bambina. Il sospetto, probabilmente già qualcosa di concreto, è che più di una minorenne sia caduta nella rete del presunto pedofilo. Per avere la certezza bisognerà comunque attendere l’esame dei file e di tutto ciò che si riuscirà a recuperare dai supporti elettronici sequestrati al momento dell’arresto.

Intanto il ritratto della persona finita in carcere a Massama – la misura cautelare è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari lunedì a tre giorni di distanza dal blitz della polizia – inizia a diventare ora dopo ora molto più dettagliato e preciso. Gli agenti della Squadra mobile, guidati dal dirigente Samuele Cabizzosu e coordinati dalla procura della Repubblica, hanno raccolto altre testimonianze in questi ultimi giorni, che ricostruiscono il passato del 53enne, molto discusso in paese nonostante i suoi trascorsi giudiziari siano stati sin qui senza macchie.

Si torna così indietro di qualche anno e le conferme arrivano. Le parole mormorate in piazza o nei bar lo descrivevano come una persona che avesse un certo tipo di tendenze, uno molto chiacchierato proprio per i suoi rapporti ritenuti non sempre limpidi con le minorenni. Le voci però sono spesso incontrollate e non sempre veritiere, solo che stavolta la polizia sembra avere in mano qualcosa di molto più certo. La pistola fumante potrebbe essere proprio in una serie di immagini, di filmati e di contatti telefonici che sarebbero in grado di ricostruire eventuali incontri dell’indagato con altre ragazzine.

Gli inquirenti sono convinti che nel computer e nel telefonino, oltre a link compromettenti che rimandano a siti di pedopornografia, ci siano video prodotti direttamente dall’indagato e fotografie che ritraggono minorenni della piccola comunità. Altri elementi utili all’indagine vengono ricercati nel luogo in cui il 53enne e la sua giovane vittima si appartavano in queste ultime settimane, persino nel periodo in cui era vietato uscire di casa per i problemi legati alla situazione sanitaria.

Il luogo tranquillo in cui stare alla larga da qualsiasi sguardo indesiderato che potesse svelare le trame era una casa disabitata che l’indagato aveva in custodia. Intanto l’analisi sul materiale informatico avverrà nei prossimi giorni e ne è stata data già comunicazione alla difesa del 53enne. Sarà materiale di prova nell’eventuale processo e, probabilmente, anche il punto di partenza di nuove indagini.

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