La Nuova Sardegna

Oristano

Lungomare deserto a S’Archittu

di Piero Marongiu
Lungomare deserto a S’Archittu

Pochissimi turisti, gli operatori non convinti delle regole. Slittano le assunzioni degli stagionali

02 giugno 2020
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CUGLIERI. «Siamo pronti a ripartire rispettando tutte le regole di contrasto alla diffusione del Coronavirus – dicono i titolari di bar, ristoranti e pizzerie – ma per farlo in sicurezza chiediamo più chiarezza».

Pronti a ripartire, ma con regole chiare e certe per tutti, questo, in sintesi, è quello che chiedono gli operatori turistici delle borgate marine cuglieritane. Maria Giovanna Marongiu gestisce uno dei locali storici di s’Archittu, gli altri sono i ristoranti pizzerie Altamarea e Da Rino.

«Le regole sono difficilmente interpretabili – afferma – un esempio? Quanto previsto per i ristoranti non è specificato se vale anche per i bar. In ristorante il cliente entra con la mascherina, se la toglie per mangiare e poi la rimette per andare in bagno o per venire in cassa a pagare; per il bar questo non mi pare che avvenga. Come facciamo noi esercenti a far rispettare le distanze, l’uso della mascherina, l’igienizzazione delle mani?».

Una preoccupazione legittima visto che rischiano sanzioni nel caso i controlli rilevino il mancato rispetto delle regole da parte di qualche cliente. L’incertezza regna sovrana e delle linee guida, che deve emanare la Regione, finora non c’è traccia.

Come pure degli aiuti promessi e mai arrivati a più di un operatore turistico. E chi ha ricevuto i 600 euro, è riuscito a malapena a pagare qualche bolletta.

«Questi due mesi e mezzo di chiusura forata – prosegue Marongiu – ci hanno penalizzato parecchio. Sono saltati pasquetta, 25 aprile, primo maggio: tutte date in cui, nel passato, abbiamo sempre lavorato bene e che aprivano ufficialmente la stagione estiva. Nei mesi di luglio e agosto, generalmente, impiegavamo non meno di 15 dipendenti stagionali.

Quest’anno, in considerazione del fatto che i posti a sedere saranno molti di meno rispetto alla capacità del bar e del ristorante (da 150 si passerà a un massimo di 80), difficilmente assumeremo altro personale. Il Comune è propenso a farci ampliare, senza spese aggiuntive, il suolo pubblico, e va bene. Ma la Tari? Al momento non sappiamo ancora cosa succederà».

I problemi non mancano, ma le soluzioni stentano ad arrivare. Come quella riguardante la capienza delle spiagge del litorale cuglieritano, destinate a subire un drastico ridimensionamento.

Quante persone potranno piazzare l’ombrellone? A che distanza dovranno essere l’uno dall’altro?

Lo stesso sindaco Giovanni Panichi, qualche giorno fa ha osservato.

«Stando alle regole imposte dalle disposizioni governative nei 71 mila metri quadrati di spiagge – ha sottolineato – al massimo ci possono stare 5 mila persone. Il che significa che a stento ci potranno entrare i proprietari delle case».

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