Rete del romanico, doppio progetto
di Piero Marongiu
Santa Giusta, si punta su un centro di documentazione e un parco tematico
18 giugno 2020
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SANTA GIUSTA. Due progetti europei per rilanciare la Rete del romanico in Sardegna a cui aderisce un centinaio di Comuni in tutta l’isola. La relazione sviluppata da Antonello Figus, presidente e sindaco di Santa Giusta che è Comune capofila della rete, si è basata sulle due proposte. La prima riguarda l’allestimento di una sorta di centro di documentazione europeo da ospitare a Santa Giusta, nel quale confluiscano per la consultazione, lo studio e l’ampliamento dell’offerta turistica, i documenti sulla presenza del romanico nell’isola. Il progetto prevede anche l’attivazione di un numero verde per i turisti.
La seconda proposta è denominata Itinera Romanica + e ne fanno parte anche i comuni toscani di Capannori e di Lucca, le Camere di commercio della Liguria, la Corsica e il Parco delle Prealpi Marittime nella Pacà francese. Prevede la costituzione di un parco tematico sull’architettura romanica in Sardegna, da presentare al Consiglio d’Europa perché ne riconosca la peculiarità e le finalità culturali.
I Comuni hanno votato, all’unanimità, per la realizzazione di un piano strategico. Gli amministratori hanno poi condiviso la proposta di costituire una Fondazione del romanico Europeo, all’interno della quale possano confluire le diverse associazioni che si occupano della materia. «Gli amministratori locali si sono impegnati a dare vita a dei laboratori territoriali del romanico per favorire il coinvolgimento di quei comuni che, pur custodendo importanti monumenti nei loro territori, non hanno ancora perfezionato la loro adesione alla Rete Sarda», ha spiegato Antonello Figus.
La seconda proposta è denominata Itinera Romanica + e ne fanno parte anche i comuni toscani di Capannori e di Lucca, le Camere di commercio della Liguria, la Corsica e il Parco delle Prealpi Marittime nella Pacà francese. Prevede la costituzione di un parco tematico sull’architettura romanica in Sardegna, da presentare al Consiglio d’Europa perché ne riconosca la peculiarità e le finalità culturali.
I Comuni hanno votato, all’unanimità, per la realizzazione di un piano strategico. Gli amministratori hanno poi condiviso la proposta di costituire una Fondazione del romanico Europeo, all’interno della quale possano confluire le diverse associazioni che si occupano della materia. «Gli amministratori locali si sono impegnati a dare vita a dei laboratori territoriali del romanico per favorire il coinvolgimento di quei comuni che, pur custodendo importanti monumenti nei loro territori, non hanno ancora perfezionato la loro adesione alla Rete Sarda», ha spiegato Antonello Figus.