La Nuova Sardegna

Oristano

La Shift: «A Siamaggiore niente reflui fognari»

di Davide Pinna
La Shift: «A Siamaggiore niente reflui fognari»

L’azienda spiega che tratterà solamente i fanghi di potabilizzazione L’amministratore: «Il progetto è cambiato rispetto a quello del 2019»

21 luglio 2020
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SIAMAGGIORE. «Bisogna chiarire l’equivoco una volta per tutte. Nell’impianto di Siamaggiore vogliamo trattare i fanghi di potabilizzazione, non quelli frutto dei processi di depurazione. Il nostro stabilimento non avrà nulla a che spartire con la Geco di Magomadas, che riceve fanghi di depurazione di acque reflue provenienti dalla Puglia». A parlare è Nino Villa Santa, amministratore di Shift, la principale azienda del settore in Sardegna che ha chiesto alla Regione il via libera per realizzare un impianto di trattamento di fanghi a ridosso della strada statale 131.

Nel primo progetto, presentato a luglio 2019, era presente anche un deposito per lo stoccaggio dei fanghi da depurazione e della posidonia proveniente dalla pulizia delle spiagge, ma nelle integrazioni presentate la settimana scorsa, la Shift ha comunicato di aver rinunciato a questa parte del progetto. «I fanghi di potabilizzazione sono rifiuti speciali non pericolosi derivanti dal processo di chiarificazione delle acque prelevate da laghi e fiumi. Sono composti per lo più di da argilla, limo e sabbia, non emettono alcun odore e per la loro composizione vengono recuperati nel processo produttivo dei laterizi o del cemento».

Diversa la natura dei fanghi di depurazione: «Derivano dal trattamento di acque fognarie urbane e industriali, e comportano, qualora non adeguatamente trattati, notevoli emissioni di odori». Nessun pericolo legato alla puzza, secondo quanto spiega l’amministratore Nino Villa Santa, né per la presenza di inquinanti nei fanghi che verrebbero conferiti nel nuovo stabilimento, qualora dovesse ottenere l’autorizzazione ambientale della Regione.

Anche i fanghi provenienti dal potabilizzatore di Ottana, infatti, non sarebbero quelli del depuratore consortile dove l’Arpas ha rilevato alti tassi di alcuni elementi inquinanti. «L’elenco dei possibili conferitori – afferma Villa Santa – è costituito esclusivamente da potabilizzatori di Abbanoa e da un piccolo potabilizzatore di proprietà di Ottana Energia, da non confondersi con quello del Consorzio industriale che depura acque reflue e che in passato è stato oggetto di polemiche e di un’inchiesta».

Villa Santa torna anche sulle polemiche che contrassegnarono, nel 2018, la presentazione di un progetto da parte della stessa Shift alla comunità di Siamaggiore: «Avevamo presentato una bozza per la realizzazione di una discarica nella cava di Su Barroccu, ma l’idea era stata bocciata dalla popolazione perché il sito era considerato troppo vicino al centro abitato. Nel rispetto della volontà popolare non siamo andati avanti, e ora per la cava è allo studio l’installazione di pannelli fotovoltaici».

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