La Nuova Sardegna

Oristano

Inchiesta Ippocrate, il Pm chiude le indagini

di Giuseppe Centore
Inchiesta Ippocrate, il Pm chiude le indagini

A metà settembre le memorie dei difensori e poi le richieste di rinvio a giudizio Tra gli indagati oltre al sindaco di Macomer anche il dimissionario direttore Assl

30 luglio 2020
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ORISTANO. Quindici indagati, ventun reati ipotizzati, dieci faldoni di documenti e trascrizioni di intercettazioni. Si è chiusa con l’avviso di conclusione indagini la prima puntata dell’Inchiesta “Ippocrate”, che ha sconvolto e lacerato sia il mondo politoco che sanitario oristanese. I pubblici ministeri incaricati dell’inchiesta, Armando Mammone e Marco De Crescenzo, hanno inviato l’avviso formale ai difensori degli indagati i quali avranno venti giorni di tempo (ma con le ferie agostane il termine slitta a metà settembre) per presentare memorie difensive e produrre documenti. Poi ci sarà la richiesta formale di rinvio a giudizio e a questo punto interverrà il giudice per le udienze preliminari che valutati gli atti e le testimonianze deciderà se rinviare o mano a giudizio gli indagati, fissando la prima data del processo.

Cinque i filoni di reati contestati. Il primo vede coinvolti Antonio Onorato Succu, ex primario del San Martino, sindaco di Macomer, difeso dagli avvocati Guido Manca Bitti e Roberto Olla (rientrato nelle funzioni ai primi di aprile dopo la sospensione dovuta ai domiciliari poi revocati), Angelo e Giovanni Piras, come responsabili del servizio professioni sanitarie della Assl, difesi da Basilio Brodu e Lorenzo Palermo il primo e Luigi Satta e Aldo Luchi il secondo, il dimissionario manager della Assl Mariano Meloni difeso da Vittorio Campus, e Agnese Canalis, di Ework, per aver compiuto atti contrari alla legge nella assunzione di lavoratori interinali, «scegliendoli sulla base di rapporti di clientela o conoscenza»; indagata per questo filone Anche Maria Giovanna Porcu, ex commissario Assl, per aver compiuto atti contrari ai doveri del pubblico ufficiale. Il secondo filone riguarda l’utilizzo ai fini elettorali delle assunzioni in Assl, a favore del Partito dei Sardi, e vede coinvolti, oltre a Succu anche Augusto Cherchi, difeso da Enrico Maria Meloni, ex primario di rianimazione ed ex consigliere regionale del Partito dei Sardi, e Salvatore Manai, difeso da Antonello Spada, capo degli infermieri della ginecologia del San Martino.

Il terzo finale riguarda il concorso per gli operatori socio-sanitari. Anche qui cinque episodi ricostruiti dai Pm, con Cherchi e Succu definiti “registi” dell’operazione di condizionamento del concorso, sempre per favorire il Partito dei Sardi. Lo stesso vale per i concorsi per infermieri e ostetriche, rispettivamente con quattro episodi ciascuno, e gli stessi protagonisti. Anche qui, come conclude il Pm, «requisito qualificante la preferenza illecita era l’essere simpatizzanti il Partito dei Sardi».

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