La Nuova Sardegna

Oristano

L’appello del villaggio «Vogliamo qui la statua»

Valentina Atzeni
L’appello del villaggio «Vogliamo qui la statua»

Ieri novena e polemica a San Salvatore di Cabras per la “reclusione” del Santo Domani la prima giornata in teoria dedicata ai fedeli e alle cerimonie degli Scalzi

04 settembre 2020
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CABRAS. Non è una critica ma ci va molto vicino. I novenanti che ogni sera vanno al villaggio di San Salvatore per la celebrazione, e che dallo scorso 28 agosto vi si sono trasferiti per la preparazione spirituale alla festa del 5 e 6 settembre, non ci stanno a farsi piovere addosso una decisione che non riconoscono come propria. «Chi veste il saio è al servizio del Santo. Se il trasporto non è possibile pazienza. Ma se il Santo non viene portato alla sua chiesa nel villaggio perché il ruolo de is Curridòris è divenuto più importante del servizio che essi offrono, questo non va bene» afferma Gian Matteo Mureddu, 45 anni, corridore da dieci anni ma novenante da sempre. Ai fedeli non importa la modalità del trasporto, interessa piuttosto che la domenica la statua sia presente, «perché è con il Santo che inizia davvero la festa» dice Domenico Mureddu, che durante i suoi 74 anni di vita afferma con orgoglio di essere mancato alle novene solo tre volte. «Non ho mai partecipato alla Corsa - dice - ma conosco bene la tradizione: fino alla metà degli anni Sessanta i corridori erano una ventina e non avevano alcuna organizzazione. Chiunque poteva presentarsi come volontario per portare la statua al villaggio, ma si era consapevoli che se nessuno si fosse presentato avrebbero usato un carro per il trasporto». Condizione che non si è mai verificata, ma considerate le restrizioni di quest’anno, la richiesta dei novenanti è chiara: «La statua sia trasportata con un mezzo meccanico - dice Pinella Chessa, anche lei affezionata alle celebrazioni di preparazione -. Per Sant’Efisio nessuno ha obiettato. La piazza del villaggio poi è abbastanza grande per celebrare la messa della domenica in sicurezza. Senza la statua non avrebbe senso». Dello stesso parere anche molti fra i quasi duecento che ogni sera si incontrano al villaggio. «Sono sett’antanni che partecipo al novenario - afferma Nanda Ledda -, vorrei che la tradizione non venisse stravolta». Con lei anche Luigi Brundu: «Ci stiamo preparando in attesa del Santo e non è accettabile che un gruppo di corridori decida per l’intero paese». Dello stesso parere Anna Paola Camedda, responsabile della sezione Sinis Cabras-Oristano di Italia nostra, che ogni anno organizza i laboratori per far conoscere ai bambini le origini del novenario. «Ci siamo rivolti anche al parroco - ha specificato Mariuccia Mureddu -, inutilmente». Per Don Bruno la decisione di portare il santo al villaggio non può dipendere unicamente da lui. «È necessario mitigare i malumori con il buonsenso - ha detto il sacerdote -, senza una decisione di sindaco e associazione non si può fare». Il sindaco Andrea Abis afferma che «la proposta di portare il santo con un mezzo meccanico messa ai voti lunedì scorso nasceva dopo il colloquio con i novenanti. Ma senza l'appoggio dell'associazione non è fattibile».

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