La Nuova Sardegna

Oristano

Cabras devota celebra il Santo

di Valentina Atzeni
Cabras devota celebra il Santo

Al villaggio di San Salvatore la messa domenicale ha richiamato tanti fedeli, e decine di Scalzi

08 settembre 2020
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CABRAS. «Abbiamo vissuto una prova. L’emergenza ci ha aiutati a tirare fuori la vera fede, che va al di là del trasportare la statua del Santo fisicamente. La sua presenza era comunque percepibile al villaggio». Con una saggezza fuori dal comune Rebecca Cossu, giovane cabrarese di 16 anni, descrive ciò che ha caratterizzato l’edizione 2020 della festa di San Salvatore. Preghiere, lacrime e devozione sono stati gli ingredienti salienti di una festa che ha creato tensioni, tante polemiche, ma che ha comunque visto i corridori e tutto il popolo di Cabras davanti al Santo. Gli occhi dei fedeli sabato mattina erano tutti rivolti verso di lui e domenica l’appuntamento è stato al villaggio di San Salvatore, intorno alla statua del santo bambino, quella che ogni anno viene portata dalle donne per dare inizio al novenario, nove giorni prima della festa. «Credo che il ruolo della donna nella festa sia in parte sottovalutato – continua Rebecca, supportata dalla sua amica Giulia – da quando siamo piccole viviamo qui al villaggio ogni momento dei festeggiamenti, ed bello condividere con gli altri novenanti ogni emozione. Quest’anno è mancato tutto, così come la processione delle donne, alla quale partecipiamo da sempre». Anche Germano Castangia, presidente del comitato organizzatore, e sua moglie Paola Contini quest’anno hanno dovuto arrendersi. «Abbiamo partecipato all’organizzazione delle messe e della novena, volevamo garantire la nostra collaborazione – hanno detto Paola e Germano – ma il prossimo anno speriamo in una festa completa e onoreremo San Salvatore con tutto il nostro impegno e la nostra fede». Grazie alla comprensione dei futuri presidenti, che hanno accettato di buon grado, Germano si riconferma presidente del comitato per il prossimo anno. Domenica la messa celebrata da don Vincenzo Marras ha rinnovato la devozione mai sopita di un popolo battagliero, che nella diversità delle opinioni ha dimostrato la profondità dell'attaccamento al suo Salvatore. Proprio domenica sarebbe stato il giorno della Corsa del rientro, della folla festante che si stringe all'esercito bianco che ha portato in salvo il Cristo. I corridori si sarebbero incontrati al villaggio nel pomeriggio, avrebbero indossato la veste dentro le piccole case disposte intorno alla chiesa e alle 18.30 sarebbero partiti, con i piedi scalzi nel sentiero polveroso. Quest'anno ognuno ha dovuto sciogliere il proprio voto in maniera del tutto privata. «Il prossimo anno ci sarà una festa ancora più bella e io, che non sarò più il vostro parroco, pregherò per voi» ha detto don Bruno Zucca, che ha ricordato il primo periodo di permanenza nel paese lagunare, quando gli venne detto che il vero cuore dei cabraresi lo avrebbe trovato a San Salvatore. «L’ho trovato – ha detto – e adesso sarà con me per sempre».

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