Lettera dell’arcivescovo: «Torniamo all’essenziale»
di Michela Cuccu
Monsignor Carboni si rivolge ai fedeli delle diocesi unificate di Oristano e Ales «La crisi di quest’anno ci ha insegnato che ciò che sembrava scontato non lo è»
10 ottobre 2020
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ORISTANO. «Il lungo lockdown ci ha insegnato che ciò che sembrava scontato in realtà non lo è. Ma ha anche avuto l'effetto di riattivare le famiglie ed ora la Chiesa si interroga sul suo futuro». Trova spunto dall’attualità, l'arcivescovo Roberto Carboni, per illustrare la nuova lettera pastorale, che lui chiama più direttamente “lettera aperta alla comunità”. Diretto appunto, è stato il linguaggio del presule alla guida dell'arcidiocesi di Oristano e Ales, che ieri mattina ha incontrato i giornalisti. Già dal titolo “Vogliamo vedere Gesù!”, che trova spunto dal Vangelo di san Giovanni, racconta di una Chiesa che riflette attentamente sull’oggi per affrontare il domani. «Ho ascoltato molte volte questa richiesta. La stessa fatta dai greci a Filippo e Andrea. Forse non era formulata così, magari non era neppure detta a parole. Ma c’era», spiega monsignor Carboni che scrive di «desiderio di un ritorno all'essenziale, alla sorgente. Ritrovare Colui in cui crediamo. È una richiesta che coinvolge tutti e spinge a togliere ciò che impedisce di vedere e incontrare il Signore, di ascoltarlo e seguirlo». Parole rivolte ai fedeli e ai cristiani non praticanti. È anche a loro che si rivolge la lettera: «Anche se in modo confuso avvertiamo che c’è bisogno di conversione umile e gioiosa a Gesù Cristo, dato che vediamo che la nostra fede si va diluendo in forme religiose talvolta decadenti e settarie».
Per la prima lettera pastorale rivolta all’Arcidiocesi che vede unificate Oristano e Ales-Terralba, l’arcivescovo metropolita ha scelto tanti spunti di riflessione, ma anche tante provocazioni «E un forte lo sprone a una ripartenza che metta al centro la presenza di Gesù Cristo e che tenda verso la ricostruzione di una comunità lacerata da questo tempo di emergenza sanitaria che ha davvero minato la vita di comunione e le relazioni fraterne e sociali», scrive nella nota di presentazione. Dunque una lettera pastorale che, come ha spiegato essere «Messaggio inclusivo destinato a tutte le persone di buona volontà». L'esigenza di un vero e proprio “ritorno all’essenziale”, si ispira fortemente alle parole di San Francesco. Monsignor Carboni però sottolinea: «Spesso nella nostra vita c’è molta religione e poca fede: perciò la Chiesa deve conoscere, ascoltare, fare». Un cenno il presule lo fa anche alla scarsa collaborazione tra le comunità, che spesso, anche se molto vicine fisicamente, sono invece estremamente distanti. Un «No al campanilismo», rivolto a tutta l'arcidiocesi.
La presentazione della prima lettera pastorale è stata anche occasione per presentare il nuovo direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, Mauro Dessì che è anche il nuovo direttore responsabile de “L’Arborense”. Il periodico dell'arcidiocesi che quest’anno compie il sessantesimo anniversario della sua fondazione, che con le sue oltre 2500 copie è anche secondo nell'isola per diffusione.
Per la prima lettera pastorale rivolta all’Arcidiocesi che vede unificate Oristano e Ales-Terralba, l’arcivescovo metropolita ha scelto tanti spunti di riflessione, ma anche tante provocazioni «E un forte lo sprone a una ripartenza che metta al centro la presenza di Gesù Cristo e che tenda verso la ricostruzione di una comunità lacerata da questo tempo di emergenza sanitaria che ha davvero minato la vita di comunione e le relazioni fraterne e sociali», scrive nella nota di presentazione. Dunque una lettera pastorale che, come ha spiegato essere «Messaggio inclusivo destinato a tutte le persone di buona volontà». L'esigenza di un vero e proprio “ritorno all’essenziale”, si ispira fortemente alle parole di San Francesco. Monsignor Carboni però sottolinea: «Spesso nella nostra vita c’è molta religione e poca fede: perciò la Chiesa deve conoscere, ascoltare, fare». Un cenno il presule lo fa anche alla scarsa collaborazione tra le comunità, che spesso, anche se molto vicine fisicamente, sono invece estremamente distanti. Un «No al campanilismo», rivolto a tutta l'arcidiocesi.
La presentazione della prima lettera pastorale è stata anche occasione per presentare il nuovo direttore dell'Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, Mauro Dessì che è anche il nuovo direttore responsabile de “L’Arborense”. Il periodico dell'arcidiocesi che quest’anno compie il sessantesimo anniversario della sua fondazione, che con le sue oltre 2500 copie è anche secondo nell'isola per diffusione.