La Nuova Sardegna

Oristano

Inchiesta Ippocrate, gli atti tornano al riesame

di Enrico Carta
Inchiesta Ippocrate, gli atti tornano al riesame

La disputa sulla misura cautelare per un’indagata: la Cassazione chiede un’integrazione di documenti

24 ottobre 2020
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ORISTANO. Le richieste di rinvio a giudizio sono dietro la porta e l’udienza preliminare non tarderà a essere fissata. Il procedimento sull’inchiesta Ippocrate intanto scalda i motori e lo fa dopo il pronunciamento della Cassazione sulla misura cautelare nei confronti dell’indagata Agnese Canalis, sassarese dipendente della società E-Work che all’Assl di Oristano forniva gran parte del personale interinale. Secondo la procura era l’amministratrice, la Cassazione scrive il contrario, ma è su altri aspetti che si concentrano i primi fuochi della battaglia legale che a breve varcherà la soglia dell’aula del giudice per le udienze preliminari.

Il rinvio al tribunale del riesame e il provvedimento che annulla la precedente conferma della misura interdittiva con la quale era stato stabilito che Agnese Canalis non potesse proseguire nel suo lavoro per l’agenzia interinale tocca uno degli aspetti principali dell’inchiesta ovvero il rapporto privilegiato e non casuale, secondo la procura, che l’Assl aveva con l’agenzia interinale. Era da questa che l’azienda sanitaria attingeva il personale, scavalcando competenze e capacità, ma legando la scelta solamente alla fedeltà o meno dell’assunto al Partito dei Sardi, ritenuto dal pubblico ministero Armando Mammone il faro di tutta l’operazione che avrebbe portato alle assunzioni nelle strutture sanitarie oristanesi per avere in cambio un ampio bacino elettorale.

La decisione della Cassazione, salutata come un successo dagli avvocati dell’indagata Liliana Pintus e Massimiliano Ravenna, ha per la procura una lettura ben diversa. La Cassazione, annullando il provvedimento del tribunale del riesame e rinviando gli atti perché pronunci una nuova ordinanza, vuole solamente conoscere in maniera esplicita quale sia il contratto che legava l’agenzia interinale all’Assl. C’era nelle motivazioni dei giudici del riesame una carenza di motivazioni e ora la Suprema Corte sta solo chiedendo di esplicitare i contenuti del bando e indicare se esiste un punto in cui le assunzioni dovessero essere fatte garantendo i principi di competenza, imparzialità e anonimato.

Tutto ciò è presente nel bando che regolava i rapporti tra l’Assl e la E-Work per cui il tribunale del riesame è solamente chiamato a precisare meglio questo aspetto e ad allegare il documento che lo proverebbe. La contestazione del resto è chiara e si basa sul fatto che il lavoro interinale era stato trasformato in un rapporto a tempo indeterminato grazie ai continui rinnovi di contratti. Anche sulla questione della frode nelle pubbliche forniture, la Cassazione non valuta il fatto contestato, ma spiega che sono da intendersi come forniture anche le prestazioni lavorative a meno che ciò non sia stabilito diversamente nel contratto. Ecco perché serve quel documento per stabilire la misura interdittiva.

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