La Nuova Sardegna

Oristano

Il reparto covid non parte: manca il personale

Il reparto covid non parte: manca il personale

L’attesa continua mentre il pronto soccorso è ancora pieno di contagiati e chiuso agli altri pazienti

27 ottobre 2020
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ORISTANO. È stata un’altra giornata di attesa. Vana, perché il reparto covid del San Martino è ancora una chimera. Doveva essere attivato la scorsa settimana, ma sino a ieri pomeriggio non c’era traccia e questo mentre il pronto soccorso dell’ospedale è ancora pressoché occupato solo da pazienti covid e sta fungendo da prima linea sanitaria, impedendo però l’accesso a tutti gli altri malati che avessero bisogno di cure rapide. La normalità dell’ospedale, ormai sconosciuta da quando è scoppiata la pandemia, sembra qualcosa che appartiene a una vita passata e sempre più lontana. Il presente, oltre che di emergenza, è sempre più fatto di polemiche contro i vertici sanitari sia locali che regionali attaccati pesantemente ancora ieri dai sindacati che, in queste ultime settimane, stanno facendo fuoco e fiamme di fronte alla sanità che va a ondate e spesso imbarca acqua.

La prima nota di protesta arriva in mattinata dalla Cimo. È il segretario Giampiero Sulis a sollevare una serie facilmente preventivabile di problemi contro cui sarebbe andata a sbattere la macchina sanitaria, senza tralasciare peraltro l’assurda situazione del pronto soccorso: «Il tanto ventilato e pubblicizzato reparto covid ieri mattina non era ancora operativo al contrario di quanto detto. Inoltre, non è ancora stato dedicato a esso un organico, dato che non ci risulta siano stati identificati e incaricati con specifico ordine di servizio i medici che dovranno comporre l’organico. Non si sa da quanti medici e personale infermieristico sarà composto. Si procede con telefonate singole che creano ancora più confusione e con cui si chiede disponibilità generiche allo svolgimento di turni in un reparto che ancora non è stato neppure completamente allestito. Non sono presenti tutti i letti previsti – 10 o 12? – né sono presenti camici o un’adeguata dotazione di dispositivi di protezione necessari per l’assistenza ai malati. Al momento mancano pure i ventilatori».

Il risultato è che, in un colpo solo, mancano sia il reparto covid che il pronto soccorso. Ciò fa scattare altre critiche, sono quelle del segretario del sindacato Anaao Assomed, Luigi Curreli, che però è anche di essere propositivo: «Proponiamo un modello su tre punti: un reparto covid per pazienti non critici al San Martino, un reparto per pazienti paucisintomatici al pronto soccorso dell’ospedale di Ghilarza e l’alloggio in hotel per i pazienti asintomatici ancora positivi». Ovviamente non è un disegno per il futuro, ma dev’essere qualcosa di immediato «perché – prosegue Curreli – bisogna avere cura di non penalizzare l’offerta assistenziale per le altre patologie. Il San Martino non può ospitare un reparto di pazienti critici perché non ha le forze necessarie per fronteggiare questo ulteriore carico di lavoro». (e.carta)

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