La Nuova Sardegna

Oristano

Morta una suora, undici sorelle positive

Morta una suora, undici sorelle positive

Le religiose del Sacro Costato colpite dal Covid. Chiusa la scuola collegata indirettamente alle missionarie

30 ottobre 2020
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ORISTANO. Sono 22 i nuovi contagi rilevati oggi a Oristano. Tra i casi positivi al Covid-19 anche 12 suore dell’Istituto delle suore missionarie del Sacro Costato. Una delle religiose, che era già affetta da altre patologie, è morta ieri mattina.

Le altre suore dell’istituto, comprese le uniche due che hanno un ruolo attivo nella scuola primaria paritaria collegata all’istituto, sono risultate negative all’esame del tampone, ma il sindaco Andrea Lutzu, d’intesa con le autorità sanitaria e con la dirigenza scolastica, in via precauzionale ha comunque deciso la chiusura della scuola. Non si sa quando questa riaprirà, in ogni caso non prima di lunedì. «Piangiamo la seconda vittima – dice Lutzu – la religiosa da tempo soffriva per altre gravi patologie e solo oggi si è avuta conferma della positività al Covid. La sua scomparsa ci rattrista. I numeri dei contagi, quelli dei ricoveri e purtroppo quelli delle vittime, stanno aumentando pericolosamente e devono indurre tutti ad affrontare questo momento con grande serietà.

Intanto il Pronto Soccorso del San Martino secondo la Assl è formalmente riaperto agli utenti da mercoledì alle 20. «Il reparto – comunica la Assl – è tornato pienamente operativo e ha riaperto l'accesso anche ai pazienti con sintomatologia non riconducibile a Covid che vengono accolti nel “percorso pulito”. La riapertura è stata resa possibile grazie al progressivo trasferimento dei pazienti positivi al Sars Cov-2 e nel reparto Covid dell'ospedale San Martino, entrato in funzione martedì». Le operazioni di trasferimento dei pazienti si sono concluse giovedì , considerata la particolare cone «non appena liberato il percorso pulito del Pronto Soccorso, sono stati sanificati i locali e riammessi gli accessi ai pazienti con altre patologie. Naturalmente l la raccomandazione è quella di recarsi al Pronto Soccorso, come di consueto, solo in casi di effettiva e urgente necessità e di rivolgersi al proprio medico di famiglia, pediatra o guardia medica per i casi di minore gravità, così da evitare un sovraffollamento della struttura e lunghe attese. In caso di sintomi respiratori (febbre, tosse) è indicato non recarsi al Pronto Soccorso, ma contattare telefonicamente il proprio medico o guardia medica e solo in casi più gravi, chiamare il 118». Nell'area del Pronto Soccorso dedicata ai pazienti Covid restano intanto sotto monitoraggio alcuni pazienti, per i quali sono previsti a breve trasferimenti a Ghilarza o negli alberghi disponibili in città e a Bosa. La Assl di concerto con l'Ares (Azienda regionale della salute, che ha preso il postodella vecchia Ats), sta lavorando per attivare quanto prima il reparto Covid all'ospedale Delogu di Ghilarza, dove potranno essere trasferiti gli altri pazienti ora assistiti nel Pronto Soccorso».

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