La Nuova Sardegna

Oristano

Soddì, caccia ai complici dell’arrestato

di Enrico Carta
Soddì, caccia ai complici dell’arrestato

Ora si indaga per scovare gli altri partecipanti della rapina del 2008 in cui morì asfissiato il pensionato 86enne

06 novembre 2020
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ORISTANO. Adesso è caccia ai complici. Difficile, incredibilmente complicata, ma gli inquirenti faranno di tutto per arrivare a dare un nome agli altri assassini del pensionato di Soddì, Giuseppino Carboni, morto in seguito a una rapina avvenuta il 22 giugno 2008 nella sua casa di via Ghilarza. Tre giorni fa, incastrato da un’impronta palmare e da un riscontro sul telefonino che ne attestava la presenza in paese all’ora del delitto, era stato arrestato Mirko Marteddu, 39 anni di Orotelli. È accusato di rapina e soprattutto di omicidio – oggi, difeso dall’avvocatessa Caterina Zoroddu affronterà l’interrogatorio di garanzia in carcere – perché il tentativo di sottrarre i pochi risparmi che Giuseppino Carboni aveva nella sua casa finì nel peggiore dei modi. Picchiato, imbavagliato e legato, il pensionato morì per asfissia qualche ora più tardi.

La scena del delitto però come sempre parla e sin dal primo momento si capì che a entrare in azione erano state almeno tre persone. È a loro che si dà quindi la caccia, ma non sono le uniche a cui la procura e la squadra mobile stanno cercando di attribuire un volto perché il sospetto, o probabilmente qualcosa di più, è che, per diversi anni a partire perlomeno dal 2005, nell’Oristanese abbia imperversato una banda di amici (non sempre gli stessi) che arrivava da fuori provincia, individuava le vittime e poi entrava in azione per rapinarle dei loro risparmi.

Il profilo delle vittime era sempre lo stesso: anziani soli che abitassero in zone non troppo frequentate e che avessero disponibilità di denaro in casa. Non era necessario che si trattasse di grosse cifre, l’importante era andare via con il bottino come avvenne ad esempio a Tresnuraghes, quando fu rapinato e ucciso il 76enne Mario Serra o come accadde a Bonarcado a casa di Giovanni Sassu dove, stando a un’intercettazione, avrebbe dovuto trovarsi anche Mirko Marteddu che invece avrebbe dato buca agli amici.

Non si fermano però a questi tre gli episodi, peraltro non per forza collegati tra loro, che finiscono sotto la lente della procura di Oristano e della Squadra mobile della polizia. Si cerca infatti di ripescare indizi ed elementi su altre rapine, compiute con simili modalità e soprattutto con qualche aspetto dell’indagine che collega tra loro varie persone in più occasioni. Il lavoro è già iniziato nel momento in cui sono stati riaperti diversi fascicoli su indagini che erano finite in un vicolo cieco. Il tempo trascorso potrebbe sembrare un nemico insormontabile, ma è quello stesso tempo che, grazie a tecnologie migliori, ha consentito di scovare l’elemento mancante per incastrare Mirko Marteddu.

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