La Nuova Sardegna

Oristano

Bauladu, le razzie di cinghiali e volpi

Bauladu, le razzie di cinghiali e volpi

Presi di mira gli allevamenti del territorio. Inutili gli appelli alla Regione

11 novembre 2020
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BAULADU. La popolazione dei cinghiali continua ad aumentare, tanto che ormai non rappresenta più una novità vederli frugare nei cassonetti delle città, come accaduto recentemente a Roma. La loro presenza però, oltre a causare problemi igienico-sanitari, nelle campagne dei paesi della Sardegna, costituisce un problema molto serio anche per gli agricoltori e gli allevatori. Nelle campagne bauladesi ad essere prese di mira dai cinghiali e dalle volpi sono pecore e agnelli. «Negli ultimi mesi ho perso una sessantina di bestie – dice sconfortato Gabriele Zucca, allevatore del paese – un danno economico notevole perché si tratta di bestie selezionate per la produzione del latte e degli agnelli». I cinghiali in Sardegna non hanno un antagonista, pertanto proliferano pressoché liberamente e la popolazione è in costante crescita. Ormai sono ovunque e, al pari delle cornacchie e delle nutrie, costituiscono un problema molto serio per gli allevatori, gli agricoltori e perfino per gli automobilisti. Non è raro infatti che i cinghiali siano causa di incidenti stradali anche gravi nelle strade sarde. «A luglio ho scritto all’assessore regionale all’agricoltura, informandola dei problemi lamentati dagli allevatori a causa dei cinghiali, chiedendole un intervento finalizzato al contenimento della popolazione. Finora nessuna risposta – spiega il sindaco Davide Corriga – la stessa richiesta l’ho rivolta all’assessorato all’ambiente il mese scorso, ma la situazione non è mutata. Vorrei si capisse che il problema esiste e, visti i danni subiti da alcuni allevatori bauladesi, un intervento è quanto mai necessario magari, se può essere utile, aumentando anche le giornate di caccia». Nel territorio del paese insiste un’autogestita che si estende per poco più di 500 ettari, parte dei quali inglobano anche parte della proprietà di Gabriele Zucca. Per questo l’allevatore chiede da tempo che i confini dell’autogestita vengano rivisti, in modo tale che nel suo terreno l’esercizio della caccia sia libero. La commissione ambiente competente ha riconsiderato l’estensione della riserva, portando gli ettari da 500 a 300, ma il provvedimento perché sia operativo deve essere ratificato dal voto dell’aula. In attesa delle decisioni della Regione i danni per Gabriele Zucca e gli altri allevatori, aumentano. «Negli ultimi giorni ho trovato due pecore e un agnello. E come se non bastassero i cinghiali devo combattere anche contro le volpi. L’altro giorno una di esse ha aggredito una pecora conclude, sconsolato, Zucca, mostrando le foto delle bestie uccise.

Piero Marongiu

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