La Nuova Sardegna

Oristano

Scuole, il pasticcio dei banchi portoghesi

di Davide Pinna
Scuole, il pasticcio dei banchi portoghesi

Al liceo De Castro arrivano quelli del bando governativo da 200 milioni quando gli studenti sono in didattica a distanza

19 novembre 2020
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ORISTANO. Il tempismo non sembra proprio perfetto. Gli studenti delle scuole superiori sono in didattica a distanza da settimane, ma ieri sono arrivati in diverse scuole cittadine, seminando sconcerto fra il personale scolastico, i famosi banchi monoposto del bando europeo predisposto in estate dal commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri. Un po’ in ritardo, ma ci si potrebbe passar sopra non fosse che, guardando quelli arrivati al liceo classico De Castro, si ha l’impressione che da un momento all’altro qualcuno sveli che si tratta di uno scherzo.

Sembrano più tavolini da campeggio, buoni forse per chi vuole godersi un po’ di sole in giardino senza spendere troppo, dato che è possibile trovarne di molto simili in qualsiasi negozio di bricolage, a prezzi probabilmente più contenuti di quanto pagato dal governo. Arrivano dal Portogallo, dove ha sede la Nautilus Sa, una delle aziende che ha vinto la commessa governativa. In totale il bando è costato oltre 200 milioni di euro – i numeri precisi non sono stati comunicati – per 2 milioni di banchi, 400mila dei quali di tipo innovativo. Categoria nella quale non rientrano certamente quelli portoghesi arrivati a Oristano ieri, dei quali si potrebbe dire che manca solo il marchio di qualche nota birra per ospitare i clienti di un chiosco sulla spiaggia di Torregrande.

I dirigenti che, ordinando i modelli non innovativi, si aspettavano una riedizione moderna dei banchi in legno tradizionali, si sono dovuti ricredere. Sono fatti interamente in plastica, propilene per essere precisi, e sono leggerissimi tanto che sembrano destinati a una vita molto breve. Già il colore grigio non aiuta granché dal punto di vista estetico, inoltre i banchi monoposto appena arrivati non sono per nulla funzionali. Non c’è infatti il sottobanco, ma questo è il minimo. Il vero problema è che le dimensioni hanno reso vano il lavoro svolto la scorsa estate nelle scuole per progettare aule in cui sia garantita la distanza di sicurezza. «Noi avevamo ordinato banchi da 60 centimetri – spiega il dirigente dell’istituto, Pino Tilocca –. I banchi tradizionali a due posti misurano tra 1,2 e 1,3 metri. Questi monoposto sono lunghi 74 centimetri, quindi messi insieme fanno circa un metro e mezzo e occupano più spazio. Se li teniamo separati, non c’è spazio per i corridoi di sicurezza. Se li uniamo, salta il distanziamento di un metro per proteggersi dal contagio. Non solo, sono anche più profondi e quindi in qualche aula non ci sarà spazio per l'ultima fila». Banchi nuovi e tutto da rifare: «Stavamo lavorando sulle distanze fin dall’estate, avendo come base per i calcoli i banchi da 60 centimetri che avevamo ordinato. Ora, tutti i calcoli sono saltati» conclude sconsolato Tilocca.

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