La Nuova Sardegna

Oristano

Terre pubbliche, ci pensa Sibater

di Maria Antonietta Cossu
Terre pubbliche, ci pensa Sibater

Fordongianus, un progetto per la distribuzione di aree inutilizzate ai giovani

29 novembre 2020
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FORDONGIANUS. L’occasione offerta dal progetto Sibater potranno coglierla in pochi, ma Fordongianus è pronta a giocarsi le sue carte per entrare nel novero degli eletti. La municipalità del Barigadu ha aderito all’iniziativa sul recupero e il riutilizzo di terre pubbliche e private improduttive che l’Anci ha promosso nell’ottica di un ritorno economico e occupazionale per i giovani del Sud Italia.

Il numero dei Comuni che potranno accedere al programma è limitato a poche decine per ognuna delle otto regioni del Mezzogiorno coinvolte. Se la partecipazione del Comune termale avrà un esito positivo l’ente riceverà il supporto tecnico gratuito dell’associazione delle autonomie locali nell’istruire il procedimento.

L’iter preliminare si articolerà in tre fasi: il censimento dei terreni pubblici, lo studio di fattibilità del piano di valorizzazione dei beni e la sua attuazione. I Comuni cederanno in uso le superfici attraverso un bando che detterà gli indirizzi sulla natura e sulle finalità dei progetti, ossia la lotta allo spopolamento, la conoscenza del territorio anche in un’ottica di prevenzione del dissesto idrogeologico, la creazione di opportunità di lavoro e di elementi di attrattività sul piano turistico-culturale e delle attività produttive.

Sono obiettivi che secondo l’amministrazione guidata da Serafino Pischedda «Assumono un valore strategico per il governo del territorio e la promozione dello sviluppo locale». Il progetto Sibater sarà per i giovani un’occasione per avviare un’attività d’impresa con costi di avviamento meno proibitivi e allo stesso tempo consentirà ai Comuni di recuperare beni svalutati e in disuso e di accedere alla conoscenza di tecniche e strumenti di gestione dei servizi e delle funzioni diretti alla ricognizione degli immobili. I dati acquisiti finiranno nella banca nazionale delle terre abbandonate e incolte. «Se anche non rientrassimo nel progetto – ha specificato il sindaco –, l’assistenza dell’Anci ci tornerà utile al momento di programmare le risorse europee del Recovery Fund».

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