La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso Oristano esplode in Regione

di Enrico Carta
Il caso Oristano esplode in Regione

Ieri riunione in streaming tra Nieddu, Temussi e i rappresentanti sindacali. Domani i sindaci manifestano a Cagliari

15 dicembre 2020
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ORISTANO. Ieri in teleconferenza, domani in corteo a Cagliari. Sono questi I giorni decisivi per dare la svolta alla sanità oristanese sempre più incagliata nelle secche di soluzioni che tardano ad arrivare. L’incontro convocato in streaming dal prefetto Gennaro Capo ha avuto un primo effetto, quello di mettere l’uno di fronte a l’altro tutti i protagonisti di questa storia. Il secondo è che probabilmente i fili del dialogo per fermare la caduta libera della sanità territoriale e degli ospedali della provincia sono stati finalmente allacciati.

Davanti agli schermi dei propri computer hanno partecipato alla riunione l’assessore regionale alla Sanità Mario Nieddu, il commissario Ares-Ats Massimo Temussi, la direttrice dell’Assl di Oristano Maria Valentina Marras, il sindaco Andrea Lutzu, ovviamente lo stesso prefetto e i rappresentanti sindacali e dei medici – Sandro Fronteddu e Cristina Pompianu per la Cgil, Salvatore Seoni per la Cisl, Michele Zucca per la Uil e Giampiero Sulis per il Cimo –. Sono stati questi ultimi a incalzare il mondo politico e amministrativo della sanità ovvero chi poi è chiamato a prendere le decisioni.

L’esito non poteva portare a una soluzione immediata di tutti i guai, anche perché sono tanti, e neppure ci sono stati proclami come quelli delle scorse settimane quando si annunciava: «entro pochi giorni risolviamo tutto», salvo poi ritrovarsi in una situazione peggiore rispetto a quella da cui si era partiti. Di buono c’è stato che, per la prima volta anche davanti ai sindacati e ai rappresentanti dei medici, sia Nieddu che Temussi hanno riconosciuto che la sanità oristanese versa in un mare di guai. Per questo è stata prevista una serie di incontri a cadebnza settimanale.

Il punto focale resta però, come ormai è chiaro a tutti da mesi, quello della carenza di organico. Spolpato col passare degli anni, non è stato adeguatamente rinforzato in questo momento di emergenza. Intanto però qualche novità si profila all’orizzonte: la Protezione civile invierà tre container che serviranno da filtro al Pronto soccorso, in modo da evitare che nel reparto continuino ad arrivare casi sospetti o già accertati saturandolo di pazienti covid e rendendolo di fatto inutilizzabile, come ormai avviene da due mesi. Resta da sciogliere il nodo su chi lavorerà in questa area filtro, perché ancora non si è assistito al miracolo della moltiplicazione di medici e infermieri.

La seconda novità riguarda il binario Oristano-Bosa. L’ospedale della Planargia – peraltro sottodimensionato dalle cure dimagranti degli ultimi vent’anni e quindi non in grado al momento di accogliere più di una ventina di pazienti – ospiterà il reparto di Medicina a cui farà riferimento l’intera provincia, ma lo stesso Temussi ha spiegato che non è una cosa che si farà in due giorni. Ce ne vorrà, con tutta probabilità, una sessantina.

Intanto oggi e domani sono altri giorni cruciali. Alle 15, nella sede dell’Assl ci sarà un confronto tra i vertici sanitari, l’Ordine dei medici e i sindacat. Alle 11 di domani, invece, i sindaci del distretto, guidati da Andrea Lutzu, marciano verso Cagliari per manifestare davanti alla Regione tutto il loro malcontento.

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