La Nuova Sardegna

Oristano

«Sotto attacco i diritti delle pazienti»

di Michela Cuccu
«Sotto attacco i diritti delle pazienti»

Le associazioni delle donne contestano l’Ats per l’eventuale cancellazione del servizio di chirurgia senologica e tiroidea

23 gennaio 2021
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ORISTANO. «Così si cancella un servizio fondamentale non soltanto per le donne che in caso di tumore al seno non potranno più essere operate a Oristano, ma anche chi ha patologie della tiroide di un chirurgo di riferimento». La notizia dell’imminente trasferimento a Nuoro del chirurgo Luciano Curella, che da anni al san Martino interviene sulle patologie oncologiche del seno e della tiroide, come era facile immaginare ha scatenato un coro di proteste da parte delle associazioni che si occupano della tutela della salute. Maria Delogu, presidente di Komunque Donne, che già in passato era intervenuta duramente contro la Regione che aveva intimato al chirurgo, Luciano Curella, di non operare a Oristano perché il centro di riferimento per i tumori era e doveva restare il san Francesco di Nuoro, annuncia battaglia. «Non possiamo permettere che i pazienti della nostra provincia siano costretti ad andare altrove per potersi curare. Questo ventilato trasferimento fa venir meno la rete dei servizi oncologici, indispensabile perché anche qui si possano curare i tumori. Ma faremo di tutto per scongiurare questo non certo nuovo disegno di smantellamento della sanità pubblica nel nostro territorio». Anche Maria Grazia Fichicelli, presidente di CittadinanzAttiva, commenta molto duramente la notizia anticipata ieri su La Nuova. «Non ne sapevamo nulla– dice – questa mossa annulla tutte le nostre conquiste, portate avanti in mesi di dure battaglie per far nascere l’unità semplice di oncologia e garantire anche in questa provincia, il diritto alla salute». Fichicelli ricorda come CittadinanzAttiva e Komunque Donne, assieme a Thalassemici Oristano e Aniad hanno presentato un esposto alla procura della Repubblica sulle criticità della sanità oristanese. In precedenza, insieme ad Adiconsum, e Ail, Komunque Donne e CittadinanzAttiva avevano sostenuto la dura battaglia di un'anziana paziente oncoematologica oristanese, costretta ad andare fino a Nuoro per essere sottoposta a chemioterapia. La signora, dopo una serie di ricorsi legali, riuscì ad ottenere la possibilità di essere curata al san Martino, ma la vicenda ebbe strascichi pesanti perché la Regione puntò i piedi intimando all’Oncoematologia dell’ospedale di Oristano di non accogliere altri pazienti, non essendo autorizzata. «Dobbiamo nuovamente mobilitarci – dice Fichicelli– questo trasferimento se si realizzasse, aggraverebbe una situazione già drammatica per i pazienti: noi ci opporremo». Maria Delogu è esterrefatta: «Mi chiedo – dice – come si possa decidere di impoverire ulteriormente un ospedale come questo che ha una gravissima carenza di personale che è uno degli aspetti che limitano pesantemente i servizi offerti alla popolazione. Questa scelta, fatta sulla pelle dei malati, è assurda e non la si può tollerare. No, non resteremo fermi». Le associazioni dei pazienti sono dunque pronte a ritornare sul piede di guerra. Nei prossimi giorni faranno conoscere quali iniziative assumeranno per far si che gli interventi per i tumori al seno e alla tiroide si possano ancora eseguire.

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