Dal grossista un aiuto per bar e ristoranti
Il Centro Cash sconta del 20% la merce per attenuare gli effetti del passaggio in zona arancione
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ORISTANO. Non c’è solo l’emergenza sanitaria. Collegata al covid, c’è anche quella economica. Sono due ambiti confinanti e in questi giorni l’attenzione di tutti gli operatori economici è legata alla questione della retrocessione della Sardegna in “zona arancione”, fatto che ha comportato la chiusura al pubblico di bar e ristoranti che possono lavorare nuovamente solo con l’asporto. A tal proposito il Centro Cash, piattaforma di distrubuzione per il commercio al dettaglio, prende una posizione netta e lancia un’iniziativa in favore di tutto il settore della ristorazione e della somministrazione di alimenti. «L’improvvisa decisione presa venerdì scorso dal Governo, di mettere la Sardegna in zona arancione a partire da domenica 24 gennaio, ha generato gravi conseguenze per il mondo della ristorazione. Si era appena conclusa, infatti, la giornata principale di approvvigionamenti per tutto il mondo dell’horeca, proprio all’inizio del week-end, quando i ristoranti sono soliti lavorare di più, nonostante le limitazioni imposte dalla zona gialla – spiegano i responsabili del Centro Cash –. La notizia, diffusa in serata, è quindi arrivata troppo tardi rispetto agli acquisti già fatti durante la giornata con il conseguente rischio di aumentare le perdite già ingenti che la categoria si trova a subire da mesi. In quanto parte della filiera, anche Centro Cash è stato danneggiato dal provvedimento, ma ha comunque deciso di intervenire fattivamente stanziando delle risorse a beneficio dei propriclienti per dare il proprio contributo e provare a limitare, pur parzialmente, i disagi dei ristoratori e condividere con loro la difficile situazione».
A partire da ieri l’azienda sta erogando dei buoni sconto di un valore pari al 20% degli acquisti effettuati dai ristoranti nella giornata di venerdì 22 gennaio. La decisione riguarda in particolare gli acquisti fatti in reparti in cui la merce si deteriora più rapidamente e sono quelli dei freschi, dell’ortofrutta, del pesce, della macelleria. Le attività che, invece, hanno scelto di chiudere fino al nuovo cambio di colore, potranno contare su questo ristoro alla riapertura.
«Abbiamo deciso di intervenire prontamente anche per comunicare ai nostri ristoratori che non sono soli – spiega l’amministratore delegato di Centro Cash Giorgio Annis –. Il venerdì rappresenta il giorno di punta per gli acquisti in vista del week end e quello che è successo non ha fatto altro che aggiungere ulteriori disagi ad un settore che è già allo stremo». L’azienda, che per tutto il periodo della pandemia è riuscita a garantire la quotidianità lavorativa in tutti i reparti, ricorda poi che già nei mesi passati aveva promosso iniziative in favore della ristorazione. In primavera, prima della ripartenza, aveva finanziato le riaperture di chi era rimasto chiuso per dodici settimane durante la prima serrata generale.
A partire da ieri l’azienda sta erogando dei buoni sconto di un valore pari al 20% degli acquisti effettuati dai ristoranti nella giornata di venerdì 22 gennaio. La decisione riguarda in particolare gli acquisti fatti in reparti in cui la merce si deteriora più rapidamente e sono quelli dei freschi, dell’ortofrutta, del pesce, della macelleria. Le attività che, invece, hanno scelto di chiudere fino al nuovo cambio di colore, potranno contare su questo ristoro alla riapertura.
«Abbiamo deciso di intervenire prontamente anche per comunicare ai nostri ristoratori che non sono soli – spiega l’amministratore delegato di Centro Cash Giorgio Annis –. Il venerdì rappresenta il giorno di punta per gli acquisti in vista del week end e quello che è successo non ha fatto altro che aggiungere ulteriori disagi ad un settore che è già allo stremo». L’azienda, che per tutto il periodo della pandemia è riuscita a garantire la quotidianità lavorativa in tutti i reparti, ricorda poi che già nei mesi passati aveva promosso iniziative in favore della ristorazione. In primavera, prima della ripartenza, aveva finanziato le riaperture di chi era rimasto chiuso per dodici settimane durante la prima serrata generale.