La Nuova Sardegna

Oristano

«Rassegnati ma più sereni»

«Rassegnati ma più sereni»

Il giorno dopo la cancellazione definitiva della Sartiglia di quest’anno parlano i presidenti dei Gremi 

31 gennaio 2021
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ORISTANO. Il giorno dopo è quello in cui si fanno i conti con i sentimenti. Se venerdì è stato il momento della delusione e del dispiacere, dopo la fumata nera che ha cancellato l'edizione 2021 della Sartiglia, sabato è una serena rassegnazione quella che si legge nelle parole dei presidenti dei gremi, che si preparano a celebrare una delle ricorrenze religiose più sentite nel mondo della Sartiglia, quella della Candelora. Forse è Antonello Addari, Majorale en cabo dei Falegnami, quello che lascia trasparire un aspetto più personale: «Adesso sono molto più tranquillo. Ieri (venerdì per chi legge) tutta un'altra cosa, questo era il mio primo anno da presidente, dopo 43 anni all'interno del gremio. Non è stato facile rinunciare».

Entrato nel gremio a diciassette anni, Addari oggi ne ha sessanta e probabilmente avrà altre occasioni di ricoprire l'incarico di presidente. Questo però, ovviamente, non può bastare ad alleviare lo sconforto per quanto accaduto, quando era arrivata l'occasione attesa da tutta una vita. «Ormai è passato – prosegue Addari – lo sapevamo che sarebbe stato difficile e ce lo siamo detti lì in prefettura: se non si può fare, siamo tranquilli. Si farà l'anno prossimo». Sono i gremi, eredità dell'epoca in cui Oristano era direttamente soggetta al potere del re di Spagna, a muovere i fili della Sartiglia. E i fatti di questi giorni lo confermano: anche nell'epoca dei contapersone elettronici e dei controlli antidoping, della Sartiglia che finisce in Tribunale per gli attriti tra cavalieri e forze dell'ordine.

Anche quando sembrerebbe che la macchina promozionale conti in fondo più della stessa corsa, è stata loro l'ultima parola. «Non si sono mai visti nella storia due Componidoris insieme» riflette s'Oberàju majori dei Contadini, Nando Faedda, spiegando le ragioni che hanno portato la sua corporazione e quella dei Falegnami a rinunciare all'organizzazione di vestizione e benedizione nella giornata di domenica. Ogni tanto riemerge, dalle pagine dei libri, la storia di quel terreno che sul finire del Cinquecento un canonico arborense avrebbe donato al gremio intitolato a San Giovanni Battista per finanziare l'organizzazione della giostra. Un lascito condizionato allo svolgersi della Sartiglia senza saltare neanche un'edizione, riportano fonti ottocentesche. «Quella storia non c'entra nulla – replica Faedda – la situazione attuale non si era mai verificata prima. Ai tempi della peste o della guerra non c'erano le stesse regole di oggi. Allora morivano tantissime persone, oggi invece riusciamo a contenere gli effetti della malattia grazie a quelle regole. Noi abbiamo spiegato le nostre ragioni. Loro ci hanno risposto che fare due giornate significava raddoppiare il rischio. Non spetta a noi la gestione dell'ordine pubblico, e non abbiamo intenzione di sindacare le scelte di chi ha questa competenza». I due gremi, lo farà anche quello dei Muratori nella chiesetta di Santa Lucia, si preparano alla messa di martedì della Candelora. I ceri benedetti saranno consegnati ai soci dei gremi, una decina ciascuno, e alle vedove dei componenti defunti. Quest'anno non ci sarà la nomina del Componidori. Spazio però alle tv. In diretta su Eja Tv, canale 172 del digitale terrestre, sui social della Fondazione, sul sito di Sardegna Eventi 24 e in replica su SuperTv, saranno trasmesse le due messe della candelora. Quella dei Falegnami, alle 8 e 30, nella cappella di San Giuseppe della Cattedrale e quella dei Contadini, alle 9, nella chiesa di Santu Giuanni 'e Froris, poco fuori dal centro abitato.

Davide Pinna

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