terralba
Al via il progetto “Nessuno escluso”
Voluto dalla Caritas per gli alunni con disturbi dell’apprendimento
19 febbraio 2021
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TERRALBA. Al via il progetto “Nessuno escluso”, varato dalla Caritas di Ales-Terralba per gli alunni e studenti delle scuole dell’obbligo con diagnosi di Dsa grave (acronimo che sta per Disturbi specifici dell’apprendimento) e Bes (bisogni educativi speciali) provenienti da famiglie in stato di disagio economico e segnalati dalle scuole. Le famiglie che fossero interessate al progetto, che punta a contrastare la dispersione scolastica dei ragazzi con difficoltà di appredimento nelle zone della Marmilla, Terralbese e Guspinese, possono contattare direttamente la Caritas Diocesana telefonando allo 0709339029 ( martedì e giovedì dalle 10 alle 12), oppure al numero 3701539922, dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 17; oppure, in altri orari, lasciando un messaggio; inviando una mail all'indirizzo: caritasalesterralbaprogetti@gmail.com8xmille.it
La Caritas offrirà gratuitamente il trattamento specialistico di psicologi, logopedisti e pedagogisti. «Vogliamo sostenere le famiglie che non possono permettersi un trattamento oneroso perché hanno un reddito basso – aveva dichiarato alla presentazione del progetto, il direttore della Caritas diocesana di Ales- Terralba, don Marco Statzu – operando con la scuola si potrebbe superare il limite oggettivo che oggi preoccupa gli insegnanti: il bambino ha una diagnosi di dsa grave, la famiglia, per motivi economici e anche di altro tipo, non è in grado di fornire un supporto specialistico, il bambino peggiora e si trascina i problemi nella scuola secondaria di primo e secondo grado, sempre che ci arrivi».
La Caritas offrirà gratuitamente il trattamento specialistico di psicologi, logopedisti e pedagogisti. «Vogliamo sostenere le famiglie che non possono permettersi un trattamento oneroso perché hanno un reddito basso – aveva dichiarato alla presentazione del progetto, il direttore della Caritas diocesana di Ales- Terralba, don Marco Statzu – operando con la scuola si potrebbe superare il limite oggettivo che oggi preoccupa gli insegnanti: il bambino ha una diagnosi di dsa grave, la famiglia, per motivi economici e anche di altro tipo, non è in grado di fornire un supporto specialistico, il bambino peggiora e si trascina i problemi nella scuola secondaria di primo e secondo grado, sempre che ci arrivi».