La Nuova Sardegna

Oristano

La procedura era regolare, assolto l’ex capo dei vigili

di Enrico Carta
La procedura era regolare, assolto l’ex capo dei vigili

Rinaldo Dettori e un agente di commercio erano accusati di turbativa d’asta La procura contestava il protocollo di acquisto di impianti di videosorveglianza

02 marzo 2021
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ORISTANO. «Il fatto non sussiste», dice la giudice Elisa Marras. Così, sei anni dopo l’avvio dell’inchiesta, l’ex comandante della polizia locale Rinaldo Dettori si scopre innocente. In realtà sapeva di esserlo, ora lo è anche per la giustizia che ieri l’ha assolto dal reato di turbativa d’asta. Non da solo, perché lo stesso pronunciamento ha riguardato l’agente di commercio della Project Automation, il milanese Roberto Malventi, che era accusato di aver orchestrato assieme al funzionario comunale un accordo che avrebbe tagliato fuori altre ditte dall’acquisto di due impianti semaforici – costo poco meno di 40mila euro – in grado di controllare, con l’ausilio di un sistema di telecamere, se gli automobilisti rispettassero il rosso.

Nel 2015 ne erano stati installati due, uno all’incrocio tra via Cagliari e via Gennargentu, un secondo al semaforo sulla strada principale di Silì, percorrendo la quale si arriva al capoluogo. Secondo il pubblico ministero Andrea Chelo, Rinaldo Dettori e Roberto Malventi si erano accordati precedentemente alla determina con cui poi il dirigente della polizia locale autorizzava l’acquisto dei due impianti e l’avrebbero fatto per tagliare fuori le ditte concorrenti, accuse che poi non hanno trovato riscontro durante il processo.

L’indagine era partita da un’intercettazione sull’utenza telefonica di una terza persona, inizialmente indagata e poi uscita dall’inchiesta sin dalla fase preliminare. Non altrettanto era successo per Rinaldo Dettori e Roberto Malventi, perché la procura riteneva che tutto fosse stato deciso a tavolino prima dell’acquisto degli impianti tramite il Mepa, il portale di cui si servono le amministrazioni pubbliche per gli acquisti. La successiva contrattazione con altre aziende sarebbe stata dunque fittizia, sarebbe servita per dare il volto della corretta procedura. Il pubblico ministero è rimasto quindi fermo nelle sue convinzioni arrivando a chiedere la condanna a un anno e sei mesi e 300 euro di multa per entrambi.

Il dibattimento aveva però evidenziato alcuni elementi che ieri gli avvocati difensori, Perla Sciretti per Malventi, Gianfranco Siuni e Stefano Gabbrielli per Dettori, hanno riproposto nelle loro arringhe che erano state precedute da dettagliate memorie difensive scritte. Si è partiti dal fatto che una comunicazione tra un’azienda che propone un proprio prodotto e un ente pubblico non è cosa insolita. È anzi la prassi, proprio perché i privati cercano di garantirsi importanti fette di mercato contando sulla capacità di spesa degli enti pubblici. Tra il Comune di Oristano e la Project c’erano poi già due contratti in corso per altri servizi, per cui sarebbe stata normale procedura quella di intavolare una trattativa nel momento in cui, attraverso una delibera di giunta, l’amministrazione decise di dotarsi dei due impianti di videosorveglianza.

Che non ci fosse un accordo, ma un semplice scambio di informazioni, sarebbe poi dimostrato dal fatto che il primo prezzo indicato dalla ditta, non venne valutato vantaggioso dal Comune, tanto è vero che il prezzo finale fu rivisto poi al ribasso e la ditta propose un costo di 18.325 euro per apparecchiatura. Altro punto a vantaggio della tesi difensiva è stato quello della convenienza dell’offerta, risultata di gran lunga la migliore, cosa che ha consentito all’ente di risparmiare sulla spesa. L’ultimo accenno, prima della camera di consiglio, è stato fatto al rispetto del principio di rotazione con cui le aziende venivano coinvolte negli acquisti del Comune. Anche questo rispettato, anche questo ha portato all’assoluzione.

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