L’indennità negata agli infermieri
di Michela Cuccu
Chi lavora nel reparto covid dell’ospedale Delogu non percepisce l’aumento che spetta per contratto
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GHILARZA. «Il Delogu è l’ospedale di riferimento per pazienti covid, eppure, al personale sanitario che ci lavora non viene corrisposta l’indennità prevista per chi opera nei reparti di malattie infettive». La denuncia è del segretario provinciale della Uil Fpl, Michele Zucca: «Siamo di fronte a una discriminazione nei confronti dei lavoratori dei lavoratori di Ghilarza, dato che ci risulta che l’indennità venga regolarmente pagata al personale che lavora negli altri reparti Covid dell’Ares-Ats di Cagliari, Olbia e Nuoro – dice il sindacalista –. Siamo di fronte a una diversità di trattamento salariale che non è affatto accettabile, ancor di più se si considera che chi opera in quei reparti lo fa con grande senso di responsabilità e di collaborazione. Pagare loro degli stipendi più bassi è paradossale».
Michele Zucca, che annuncia quindi l’invio di una richiesta di confronto con la direzione generale della Assl di Oristano, è indignato: «Definire questa come una situazione inammissibile è davvero poco».
Sarebbero ben 22 i lavoratori ai quali verrebbe negata l’indennità che, come precisa la Uil, è prevista dall’articolo 44 del Contratto di lavoro. «L’indennità non è certo un’istituzione recente: risale addirittura al 1995 e questo elemento sorprende ancora di più», prosegue il sindacalista che spiega come al personale sanitario spetterebbe una compenso aumentato di 5 euro lordi di al giorno, proprio perché svolgono le loro mansioni in una reparto a rischio di contagio.
«Calcolati in un mese lavorativo non sono pochi soldi, ma non è un problema di cifre, ciò che indigna è che in ogni caso sono soldi che gli spettano – tuona Zucca –. Tra i lavoratori c’è forte malcontento anche perché alcuni di loro, anche attraverso altre sigle sindacali, hanno già fatto presente il problema, rivendicando un diritto contrattuale, senza però ottenere risposte».
L’ospedale Delogu di Ghilarza è ufficialmente operativo sul fronte dell’emergenza Covid dalla prima metà dello scorso novembre, quando vennero ricoverati i primi quindici pazienti covid provenienti da altri ospedali. Nel reparto di Medicina, che si trova al secondo piano dell’edificio, vengono infatti inviati quei pazienti covid che hanno necessità, come si dice nel linguaggio ospedaliero, di cure a bassa intensità. Una scelta nata dall’esigenza di decongestionare gli altri ospedali sardi durante l’emergenza pandemica.
Il Delogu, dunque, è diventato un punto di riferimento importantissimo per l’intera Sardegna. «Sia chiaro che a noi non dispiace affatto questa scelta di assegnare all’ospedale di Ghilarza un ruolo di questa portata – dice il segretario della Uil Fpl – nel reparto oggi opera personale altamente preparato non solo professionalmente, ma anche sotto l’aspetto umano. Ma attenzione: a questo personale va riconosciuto quanto previsto dal contratto. Non stanno chiedendo niente di più che il riconoscimento di un loro diritto», è la conclusione del sindacalista.
Michele Zucca, che annuncia quindi l’invio di una richiesta di confronto con la direzione generale della Assl di Oristano, è indignato: «Definire questa come una situazione inammissibile è davvero poco».
Sarebbero ben 22 i lavoratori ai quali verrebbe negata l’indennità che, come precisa la Uil, è prevista dall’articolo 44 del Contratto di lavoro. «L’indennità non è certo un’istituzione recente: risale addirittura al 1995 e questo elemento sorprende ancora di più», prosegue il sindacalista che spiega come al personale sanitario spetterebbe una compenso aumentato di 5 euro lordi di al giorno, proprio perché svolgono le loro mansioni in una reparto a rischio di contagio.
«Calcolati in un mese lavorativo non sono pochi soldi, ma non è un problema di cifre, ciò che indigna è che in ogni caso sono soldi che gli spettano – tuona Zucca –. Tra i lavoratori c’è forte malcontento anche perché alcuni di loro, anche attraverso altre sigle sindacali, hanno già fatto presente il problema, rivendicando un diritto contrattuale, senza però ottenere risposte».
L’ospedale Delogu di Ghilarza è ufficialmente operativo sul fronte dell’emergenza Covid dalla prima metà dello scorso novembre, quando vennero ricoverati i primi quindici pazienti covid provenienti da altri ospedali. Nel reparto di Medicina, che si trova al secondo piano dell’edificio, vengono infatti inviati quei pazienti covid che hanno necessità, come si dice nel linguaggio ospedaliero, di cure a bassa intensità. Una scelta nata dall’esigenza di decongestionare gli altri ospedali sardi durante l’emergenza pandemica.
Il Delogu, dunque, è diventato un punto di riferimento importantissimo per l’intera Sardegna. «Sia chiaro che a noi non dispiace affatto questa scelta di assegnare all’ospedale di Ghilarza un ruolo di questa portata – dice il segretario della Uil Fpl – nel reparto oggi opera personale altamente preparato non solo professionalmente, ma anche sotto l’aspetto umano. Ma attenzione: a questo personale va riconosciuto quanto previsto dal contratto. Non stanno chiedendo niente di più che il riconoscimento di un loro diritto», è la conclusione del sindacalista.