La Nuova Sardegna

Oristano

I furbetti del vaccino, notificati i primi avvisi di garanzia

di Enrico Carta
I furbetti del vaccino, notificati i primi avvisi di garanzia

L’inchiesta si allarga alle somministrazioni nei paesi Chi aveva le dosi chiamava parenti e amici non in lista

15 aprile 2021
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ORISTANO. I carabinieri del Nas hanno bussato alle porte dei quindici indagati. Ne hanno trovato quattordici, mentre uno è al momento fuori Sardegna. È l’unico a non aver ricevuto quindi l’avviso di garanzia, la cui consegna è iniziata e si è quasi conclusa ieri mattina a qualche giorno di distanza dall’iscrizione dei loro nomi sul registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sugli infiltrati che hanno ricevuto il vaccino Pfizer nelle precedenti settimane, pur non avendone diritto.

Chi sono i quindici? Per ora la procura non fa nomi, ma oggi è in programma una conferenza stampa che si terrà nella sede del Comando Legione Carabinieri Sardegna in via Sonnino a Cagliari. Lontano quindi dal cuore dell’indagine che il poliambulatorio dell’Assl di via Michele Pira a Oristano. È su quelle sale che i carabinieri del Nas guidati dalla maggiore Nadia Gioviale hanno puntato i loro obiettivi nell’inchiesta coordinata dal procuratore Ezio Domenico Basso e dal sostituto procuratore Andrea Chelo. Rispetto a qualche giorno fa l’unica vera novità di rilievo è proprio la notifica degli avvisi di garanzia, il resto verrà probabilmente svelato oggi. Il particolare più importante è forse che, al momento, la dottoressa Maria Valentina Marras, responsabile del Servizio Igiene dell’Assl che sta gestendo tutte le procedure dall’inizio della campagna di somministrazione dei vaccini non è tra gli indagati. E allora è chiaro, per come è nata l’inchiesta, che l’attenzione si è spostata in maniera decisa sulle squadre di vaccinatori che hanno operato in questi mesi, partendo dalla somministrazione al personale sanitario.

La certezza, ribadita anche ieri dal procuratore, è che gli indagati sono medici e infermieri che, grazie al loro ruolo nelle équipe, avrebbero convocato per la vaccinazione parenti e amici ignorando gli elenchi e non tenendo conto della suddivisione per categorie e delle priorità nella somministrazione. È chiaro a questo punto che chi aveva materialmente le dosi a disposizione ne abbia approfittato per infilare nelle liste i propri familiari o persone care. Ecco perché il mirino è rimasto puntato per tutti questi giorni sul poliambulatorio di via Pira e sui componenti delle squadre vaccinali. Eppure, più passano i giorni, più si capisce che l’inchiesta è destinata ad allargarsi. Scorrendo gli elenchi si è già arrivati a mettere sotto la lente di ingrandimento le procedure che hanno poi riguardato le somministrazioni nei paesi della provincia. Anche qui i metodi di chiamata, soprattutto nelle prime settimane, non sarebbero stati del tutto limpidi. Ci vorrà tempo, ma l’indagine corre.

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