La Nuova Sardegna

Oristano

"Saltafila" a Oristano: indagata anche la responsabile della campagna vaccinale

Giuseppe Centore
"Saltafila" a Oristano: indagata anche la responsabile della campagna vaccinale

Valentina Marras è accusata di abuso d’ufficio e peculato

29 aprile 2021
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ORISTANO. La direttrice del servizio di Igiene e sanità pubblica, ed ex commissario della Assl, Maria Valentina Marras è indagata dalla Procura della Repubblica nell’inchiesta denominata “Saltalafila” e che ha visto sinora indagati altre sedici persone tra medici e infermieri. Per la dottoressa Marras, responsabile anche della campagna vaccinale della Assl, le accuse per adesso sono di abuso d’ufficio e peculato.

La responsabile. Con l’iscrizione nel registro degli indagati di uno dei massimi dirigenti della Assl, e per giunta di colei che sino a pochi mesi fa ne era a capo, l’inchiesta condotta dai Nas dei carabinieri e coordinata dal sostituto procuratore Andrea Chelo, con la supervisione del Procuratore Ezio Domenico Basso, cambia passo.

Anche per la Marras le ipotesi accusatorie si basano sul materiale sequestrato e probabilmente anche su dichiarazioni di testi chiamati in queste settimane dai carabinieri a raccontare la loro versione dei fatti nei primi giorni della campagna vaccinale in città. Anche la dottoressa Marras, come immortalato da decine di fotografie e riportato da altrettanti comunicati era presente nei locali dove sono state eseguite le vaccinazioni e anche lei ha vaccinato, come gli altri medici per esempio del poliambulatorio, decine di pazienti.

L’accusa. Il punto è che secondo l’accusa tra i vaccinati vi erano persone che non avevano diritto in quel momento alla dose di vaccino o non dovevano ricevere, da protocolli, quel vaccino ma un altro. In molti casi l’ambito nel quale si sarebbero verificati i casi accertati, e in più di un caso confermati dagli stessi indagati, riguarda lo stretto ambito famigliare: figli, partner parenti stretti vaccinati dagli indagati Anche in questo caso l’ambitO dovrebbe essere limitato alla più stretta cerchia degli affetti.

In assenza di commenti, richiesti, da parte della interessata e di dichiarazioni della Procura, fa riflettere il fatto che anche alla coordinatrice della campagna vaccinale per la Assl siano stati in questa fase attribuiti le stesse ipotesi di reato degli altri suoi colleghi.

I furbetti. Ciò farebbe ritenere che la Procura non crede che sia stato messo in atto un disegno organizzato, articolato e consapevole di vaccinazione “impropria”, ma che i furbetti, in maniera più o meno autonoma, vista la situazione, tipo la disponibilità di vaccini a fine serata, si siano “dati da fare” e abbiano autonomamente cercato di risolvere il problema chiamando qualche parente, magari recuperandolo al telefono all’ultimo minuto. Diverso sarebbe stato il caso se vaccinazioni articolate, numerose e riservate sarebbero state eseguite, in quei giorni, fuori dagli ambiti previsti, il San Martino per i sanitari, e la direzione della Assl per il personale che lì vi lavora. Ma questo fatto, per adesso non sembra emergere.

Gli indagati. Un altro elemento che fa capire come l’inchiesta della Procura si stia muovendo riguarda il ruolo degli indagati: sono solo medici e infermieri, non c’è nessun vaccinato, segno che sinora non sono stati trovati elementi che facciano ipotizzare un qualche atto costrittivo da parte dei vaccinati nei confronti dei vaccinatori. Intanto, come era facilmente prevedibile, l’inchiesta si è estesa a tutti gli altri centri vaccinali della Provincia e a quelli di competenza della Procura extraprovincia. Ad Ales, a Ghilarza, Macomer e Bosa i carabinieri dei Nas, coordinati dalla maggiore Nadia Gioviale, hanno continuato anche ieri a sequestrare e fotocopiare gli elenchi dei vaccinati, che saranno confrontati con quanto registrato dai sanitari nel portale dei vaccini.

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