La Nuova Sardegna

Oristano

«Mercato non è l’amianto ad aver fermato l’impresa»

«Mercato non è l’amianto ad aver fermato l’impresa»

Efisio Sanna, assessore con la giunta Tendas, replica alle accuse di Lilliu «Poche migliaia di euro su lavori per 4 milioni, non fu questa la causa dei ritardi»

11 maggio 2021
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ORISTANO. «Non sottovalutammo il problema dell'amianto al mercato civico di via Mazzini e ce ne occupammo sino al termine del nostro mandato, a maggio del 2017». L'ex assessore ai Lavori pubblici della giunta Tendas, Efisio Sanna, replica alle accuse di Giampaolo Lilliu, presidente dell'Associazione Regionale ex Esposti Amianto e, nella scorsa amministrazione, presidente della commissione Lavori pubblici. Lilliu aveva rimproverato a Sanna di «raccontare mezze verità» e di non aver agito tempestivamente quando la commissione aveva chiesto chiarimenti sui pericoli legati alla presenza di amianto nel cantiere del mercato civico. Per dimostrare il contrario Sanna cita vari documenti prodotti dagli uffici comunali che dimostrano che, effettivamente, il problema dell'amianto è stato affrontato, nei rapporti fra la DCG e il Comune, fin dai primi mesi del 2017, cioè da quando partì davvero il cantiere, destinato a interrompersi nel giro di qualche mese e a restare ancora oggi desolato. «Al momento dell'affidamento dell'opera – racconta Sanna – eravamo a conoscenza delle lastre di Eternit sulla copertura del mercato. Poi, cominciati i lavori, l'azienda scoprì altri problemi legati all'amianto». Si tratta soprattutto di tubature rinvenute sotto la pavimentazione e nei muri destinati alla demolizione. L'ufficio tecnico del Comune era però informato di questa situazione e diede disposizioni all'azienda già il 3 febbraio del 2017. Qui cominciò quella tensione dei rapporti fra ente locale e impresa che, dopo aver bloccato i lavori per più di un anno, portò alla risoluzione del contratto nell'autunno 2018. Per Sanna, tuttavia, si trattò di poco più che un pretesto: «I lavori per la rimozione dell'amianto ammontavano a poche migliaia di euro, su un progetto che in totale ne valeva più di 4 milioni. Ma si vuole davvero credere che abbiano determinato sugli spaventosi ritardi affrontati dal cantiere?» Nei documenti del Comune si parla in totale di una spesa di 7600 euro per quel che riguarda lo smaltimento dell'amianto e l'ente locale chiede all'impresa di rispettare le prescrizioni di legge in materia di accertamento e smaltimento, coinvolgendo gli enti interessati. L'azienda chiedeva la sospensione dei lavori, ma la risposta degli uffici comunali fu netta: non era necessario, si trattava di problemi di piccola entità e, comunque, fino alla loro risoluzione si poteva lavorare nel parcheggio e nelle altre aree del mercato dove non era presente amianto. «Lilliu dice inesattezze e sbaglia. In ogni caso, le questioni tirate in ballo non riguardavano certo la parte politica, ma i rapporti fra l'ufficio tecnico e l'impresa, sui quali un assessore non può intervenire liberamente. Chiedemmo una commissione speciale d'inchiesta, ma la attuale maggioranza non l’ha voluta».(dav.pi.)

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