La Nuova Sardegna

Oristano

Vaccini a domicilio, partenza a rilento

di Michela Cuccu
Vaccini a domicilio, partenza a rilento

Sono solo quindici i dottori di medicina generale che hanno ritirato le dosi e cominciato la somministrazione

13 maggio 2021
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ORISTANO. Sono appena quindici, i medici di famiglia in servizio in provincia che fino a ieri avevano ritirato le dosi di siero Moderna e Pfizer, per vaccinare a domicilio i soggetti più fragili o allettati. Ancora pochi si dirà, anche se il servizio, molto atteso perché consentirà di accelerare l’immunizzazione di quei soggetti che difficilmente potrebbero raggiungere i punti di somministrazione, è stato attivato soltanto da pochissimi giorni. La distribuzione avviene unicamente nei giorni destinati alla vaccinazione dei soggetti fragili. I medici devono però prima prenotare le quantità di vaccini all’Ats Sardegna, attraverso un portale online dedicato a questo aspetto.

Il ritiro però non è immediato e può essere svolto esclusivamente dopo che il medico ha ricevuto la notifica di conferma che riporterà anche il luogo, la data e l’ora di disponibilità dei vaccini. Un servizio importantissimo. «La nostra disponibilità è stata dichiarata da subito – dice il segretario provinciale della Fmmg, Sandro Usai –, tutti noi abbiamo in carico pazienti fragili o allettati. Persone che vanno vaccinate a casa».

Anche il Commissario straordinario dell’Assl, Antonio Francesco Cossu, considera importantissimo l’accordo raggiunto con i medici di famiglia. «Il contributo dei medici di medicina generale è prezioso – spiega – perché ci permette di raggiungere in maniera più capillare le persone allettate, che non hanno la possibilità di recarsi nei centri vaccinali». E aggiunge: «I nostri operatori sanitari avevano già avviato la somministrazione del siero a domicilio per le persone non trasportabili, così come di quelli inseriti nell’Assistenza domiciliare integrata, ma l’affiancamento dei medici di famiglia ci consentirà di dare un’accelerata alla campagna per mettere al sicuro le persone più fragili».

Il servizio in realtà parte con diverse settimane di ritardo rispetto alle previsioni. Nonostante nella seconda decade di marzo fosse stato raggiunto l’accordo tra sindacati dei medici e Regione, la campagna vaccinale domiciliare non era ancora partita. Non solo per l’accordo tra sigle dei medici e Ats, ma anche per quelli che in gergo si chiamano “motivi logistici”. Non tutti i medici, infatti, dispongono di frigoriferi che possano raggiungere temperature bassissime per la conservazione di tutti i tipi di vaccino, così da poterne fare anche scorta e pianificare meglio le somministrazioni. E se il Moderna era stato inizialmente indicato per questo tipo di servizio, considerato che il siero è più facilmente trasportabile e conservabile, perché necessita di temperature meno basse degli altri, adesso si è aggiunto il Pfizer, destinato ai più fragili.

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