La Nuova Sardegna

Oristano

Finalmente al cinema, lunedì 21 a Oristano riapre l’Ariston

Piero Marongiu
Finalmente al cinema, lunedì 21 a Oristano riapre l’Ariston

La multisala propone un ciclo gratuito di film di registi e autori sardi.L’iniziativa dovuta alla collaborazione di Regione e della Film Commission 

18 giugno 2021
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ORISTANO. Se pur lentamente e nel rispetto delle regole di prevenzione del Coronavirus, in città si sta tornando alla normalità. Da lunedì riapre anche il cinema Ariston. “Bentornato Cinema” è il nome della rassegna, dedicata ai film realizzati in Sardegna, promossa dalla Fondazione Sardegna Film Commission con il contributo della Regione ed organizzata in collaborazione con Nuovo Cineclub Oristanese, Centro Servizi Culturali UNLA e Band Apart, che avrà inizio da questo lunedì e alla quale l’accesso sarà gratuito, naturalmente nel rispetto dei limiti della capienza della sala consentiti in questo periodo.

«Dopo un periodo interminabile di chiusura obbligata dalla pandemia – spiega Gianfranco Ibba, titolare della multisala oristanese – da lunedì prossimo, finalmente si riparte. Resistere è stata una vera impresa e le difficoltà che abbiamo dovuto affrontare sono state tante. Ma adesso siamo pronti per la ripartenza, e lo facciamo dando spazio ai film realizzati in Sardegna». Il cinema Ariston, sei dipendenti in cassa integrazione per tutto il periodo di chiusura forzata, come le altre sale sarde e della penisola, durante la chiusura ha beneficiato dei ristori stanziati dallo Stato. «Ma siamo riusciti ad andare avanti – precisa Ibba – soltanto perché proprietari della struttura. Ma, lo ripeto, le difficoltà non sono mancate». In questa prima fase, che va da 21 giugno al 6 luglio, è prevista la proiezione di dieci tra film e documentari. Si parte lunedì, sala Uno 20.30, con i primi due lavori: L’uomo degli alberi di Salvatore Manca e L’uomo con la lanterna di Francesca Lixi e si prosegue martedì con Surbiles di Giovanni Columbu e I morti di Alos di Daniele Atzeni. Due film, date le tematiche trattate, capaci di esplorare in profondità l’animo umano attraverso la ricostruzione, sul piano antropologico, del mito legato ad alcune donne sarde che durante la notte, secondo le credenze popolari, si trasformavano in succhiatrici di sangue e andavano alla ricerca di quello dei bambini di cui si nutrivano (Surbiles). Un modo metaforico di dare risposte al dolore causato dalla morte inspiegabile di un bambino. Mercoledì 23 giugno sarà la volta di La nostra quarantena di Peter Marcias e Sulla stessa barca di Stefania Muresu. L’appuntamento successivo è per martedì 29 giugno con la proiezione di A Bolu, il canto a tenore in Sardegna, di Davide Melis e IN SA IA, un viaggio nel rap sardo, di Marco Tanca.

La prima fase della programmazione si conclude il 6 luglio con: 5 E’ il numero perfetto di Igor Tuveri e Il clan dei ricciai di Pietro Mereu.

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