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Scuderie fuori norma, la Regione ha le mani legate

Scuderie fuori norma, la Regione ha le mani legate

ORISTANO. Il tema delle scuderie della Sartiglia è tornato in consiglio regionale, a sei mesi dall’approvazione del Piano casa, poi impugnato dal governo nazionale davanti alla Corte Costituzionale e...

07 luglio 2021
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ORISTANO. Il tema delle scuderie della Sartiglia è tornato in consiglio regionale, a sei mesi dall’approvazione del Piano casa, poi impugnato dal governo nazionale davanti alla Corte Costituzionale e tutt’ora in bilico in attesa che i giudici ne certifichino o meno la validità. In quella norma regionale era prevista la possibilità, nelle campagne oristanesi, di realizzare scuderie temporanee, ma l’iter di approvazione del regolamento attuativo comunale si è interrotto con il ricorso del governo. E probabilmente, la sentenza della Consulta arriverà troppo tardi per mettere in sicurezza l’edizione 2022 della Sartiglia, dato che la si attende per il 19 ottobre.

Pochi giorni fa il presidente dell’associazione cavalieri Ignazio Nonnis aveva spiegato che servono certezze sulle scuderie entro settembre, altrimenti la giostra potrebbe saltare, dato che già una trentina di cavalieri si ritrovano senza un luogo dove ricoverare gli animali.

«Abbiamo chiesto all’assessore agli Enti locali Quirico Sanna – spiega il consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Mura – se ci fosse l’intenzione di inserire il tema delle scuderie nella nuova legge urbanistica su cui sta lavorando e se questa legge sarebbe stata condivisa con il consiglio regionale». Mura difende l’articolo del Piano casa dedicato alle scuderie: «È conforme al Piano paesaggistico regionale, dato che rimanda al Piano urbanistico di Oristano, perciò sono fiducioso sulla pronuncia della Corte. In ogni caso il Piano casa ha una durata di tre anni ed è dunque importante strutturare il tema nella nuova legge urbanistica. L’assessore ha spiegato che la legge arriverà in Consiglio dopo la sentenza e voglio sottolineare che un governo amico di Oristano non avrebbe impugnato l’articolo o addirittura avrebbe fatto un condono sul modello di quanto accaduto a Ischia. Invece si è creato un vergognoso accavallamento di norme e al momento non possiamo fare altro che attendere la pronuncia della Consulta». (dav.pi.)

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