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Innovazione al tempo del Covid premio alla “Silvio Carta”

di Michela Cuccu
Innovazione al tempo del Covid premio alla “Silvio Carta”

ZEDDIANI. Finire su una prestigiosa rivista scientifica di livello internazionale, non è per tutti. Sulle pagine della rivista scientifica internazionale R&D Management, c’è invece finita un’azienda...

02 ottobre 2021
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ZEDDIANI. Finire su una prestigiosa rivista scientifica di livello internazionale, non è per tutti. Sulle pagine della rivista scientifica internazionale R&D Management, c’è invece finita un’azienda dell’Oristanese, La Distillerie Silvio Carta. Nella primavera 2020, durante la fase più cupa della pandemia, l’azienda, nata mezzo secolo fa a Baradili per la produzione della Vernaccia di Oristano, ha deciso di affiancare alla produzione di vini e superalcolici anche quella di un disinfettante innovativo, efficace e per giunta commestibile: “Sterile 85°”. Nella produzione del disinfettante, ottenuto da alcol biologico con l’aggiunta di un infusi di erbe spontanee della Sardegna, l’azienda ha mantenuto intatto il suo stile anche nella confezione: una bottiglietta spray da 50ml con una etichetta che nella grafica, ricorda il passato, quando, anche i disinfettanti si producevano nei laboratori delle farmacie. È in questo modo che Distillerie Silvio Carta è riuscita a collocarsi tra le principali aziende italiane a distinguersi per rapidità di reazione innovazione e capacità dinamiche per riconfigurarsi in situazioni di bisogno. Gloria Puliga e Linda Ponta, rispettivamente ricercatrice e professore associato della Scuola di Ingegneria della LIUC - Università Cattaneo, autrici dell’articolo “COVID-19 firms’ fast innovation reaction analyzed through dynamic capabilities”, hanno preso in esame sette realtà produttive di successo in Italia; Campari, Isinnova, Grafica Veneta, Ellamp, HTM Sport - Mares, Distillerie Silvio Carta e Caracol. «La rapida reazione delle aziende al Covid-19 è stata fondamentale per rispondere ai nuovi bisogni sociali che sono emersi durante questa pandemia», spiegano. «Tra questi possiamo citare la mancanza di dispositivi di protezione, di dispositivi per la purificazione dell’aria o per l’igienizzazione. In particolare, numerose aziende Italiane di piccole, medie e grandi dimensioni sono state capaci di riconfigurare tempestivamente il loro processo innovativo e produrre prodotti tecnologicamente diversi rispetto all’originale core business».

E’ così che accanto a vini e superalcolici, ci si è preoccupati di produrre gel igienizzante, le maschere da snorkeling sono diventate respiratori ospedalieri, l’editoria e la stampa di libri ha portato a schermi protettivi, dalla consulenza e ricerca sul 3D si è arrivati a filtri per mascherine e chi ha sempre realizzato interni per bus e treni ha concepito sanificatori d’ambiente. «Lo scopo dell’articolo è analizzare quali capacità possedute all’interno delle aziende hanno permesso la realizzazione di una fast innovation reaction rispondendo a un bisogno sociale e non a un obiettivo di vantaggio competitivo e quindi di mercato».



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