La Nuova Sardegna

Oristano

Sulle vie della religione passa anche il turismo

di Ivana Fulghesu
Sulle vie della religione passa anche il turismo

Laconi e altri cinque comuni sardi istituiscono la Fondazione di pellegrinaggio Il progetto punta a mettere in rete le principali mete dei cammini di devozione

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LACONI. Sulla promozione e valorizzazione del turismo religioso i comuni fanno rete e nasce la “Fondazione Rete di destinazione di Pellegrinaggio Sardegna”. Venerdì si è tenuto un importante appuntamento nella sala business dell'aeroporto di Elmas dove, alla presenza dell'assessore regionale al Turismo, Gianni Chessa, e al presidente della Conferenza Episcopale Sarda, il vescovo di Nuoro Monsignor Antonello Mura, i sindaci di Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi, Luogosanto e Orgosolo hanno sottoscritto l’atto costitutivo della Fondazione. È la fase conclusiva di un lungo iter che prese avvio nel 2012 col progetto attivato dall’assessorato regionale del Turismo, una proposta articolata in “Cammini di Sardegna, destinazioni di pellegrinaggio e luoghi francescani”, ciascuno capace di offrire un’esperienza intima e introspettiva, di coniugare la dimensione spirituale e culturale in centri caratterizzati da profonda devozione. Non è un caso quindi che della Fondazione facciano parte i comuni che in Sardegna rappresentano le principali destinazioni di pellegrinaggio, paesi accomunati dall’aver dato i natali, o dall’essere i luoghi dove ha vissuto un santo o un beato, e comunque legati a eventi miracolosi documentati dalle fonti ufficiali della Chiesa.

Galtellì è meta di pellegrinaggio per los milagros del Santissimo Cristo; Laconi per i luoghi ove nacque e visse Sant’Ignazio; Gesturi per il pellegrinaggio nei luoghi di Fra’ Nicola; Orgosolo per i luoghi della Beata Antonia Mesina. Dorgali per i luoghi della Beata Suor Maria Gabriella Sagheddu; Luogosanto per il pellegrinaggio nei luoghi della storia francescana e della Porta Santa. È un progetto al quale il comune del Sarcidano ha aderito con interesse con l’intento di poter valorizzare e far conoscere il proprio patrimonio culturale e religioso legato al suo più illustre concittadino, l’uomo più ricordato del ’700 sardo, come venne definito da Grazia Deledda.

Per i tanti devoti di Sant’Ignazio che durante tutto l’anno fanno tappa nella casa natale del Santo, questo è un anno speciale che rappresenta un’importante congiuntura per ricordare numerosi anniversari che riguardano la sua vita e il post mortem. Ricorre, infatti, il 320° anniversario della nascita, il 300° del suo ingresso in convento e inizio della sua vita da laico cappuccino, il 240° anniversario della morte e il 70° anniversario della sua canonizzazione.

«L’amministrazione fin dai primi giorni del suo insediamento – ha commentato il sindaco Salvatore Argiolas – ha guardato con favore a questo importante progetto a cui il nostro paese ha aderito nel 2012 e che, con l’ultimo consiglio comunale del 30 settembre, ha dato il via libera definitivo all’importante Fondazione; strumento sì per la promozione del turismo religioso, ma anche volano per lo sviluppo del territorio tutto».

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