La Nuova Sardegna

Oristano

“Extreme E” per Sennariolo

“Extreme E” per Sennariolo

Nell’Oristanese i vertici della formula per i Suv elettrici. Interverranno sugli uliveti incendiati

21 ottobre 2021
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SENNARIOLO. Gli organizzatori di Extreme E, il campionato internazionale riservato ai SUV elettrici, in partnership con MedSea, hanno dedicato uno dei due progetti ambientali per la Sardegna, contenuti nel Legacy programme, al recupero delle foreste e degli ulivi del Montiferru e del Grighine, danneggiati dagli incendi della scorsa estate. Per questo ieri mattina una delegazione ha raggiunto il piccolo paese di Sennariolo (160 abitanti), fra i più colpiti dalla devastazione delle fiamme. Fra i presenti Alessandro Agag, fondatore e CEO di Extreme E e della Formula E, Peter Wadhams, capo della commissione scientifica, Alessio Satta, presidente di MedSea, e il dottore forestale Carlo Poddi. La delegazione, in presenza della vicesindaca Maria Concetta Manca e di alcuni rappresentanti della comunità, ha illustrato come avverrà sul lato pratico l'intervento sui territori. Successivamente il gruppo si è recato nei terreni colpiti dalle fiamme e sono stati piantati due ulivi di qualità bosana. Un piccolo segno, dal significato simbolico. «È molto peggio – ha dichiarato Agag – di ciò che mi aspettavo. Quando in estate senti parlare degli incendi in tv, ti fa un po’ di impressione ma è niente rispetto a ciò che senti quando arrivi qua, e ti rendi conto del danno che ha fatto questo incendio. Prima di tutto vogliamo riportare l’attenzione su quanto accaduto, affinché la gente non dimentichi. In secondo luogo vogliamo compiere delle azioni per provare a recuperare il terreno e le piante danneggiate e piantarne di nuove. Oggi abbiamo piantato due ulivi, un simbolo di ciò che faremo per supportare questo territorio». Alessio Satta, presidente di MedSea, spiega l'importanza del progetto: «A Sennariolo riqualificheremo circa due ettari di uliveto andati completamente distrutti, in cui il fuoco ha creato danni collaterali quali l’impoverimento del suolo, e ha reso più vulnerabili questi territori. Di fronte alle piogge previste per il prossimo inverno, i terreni tenderanno a dilavarsi più facilmente di quando c’erano gli ulivi, quindi cercheremo di intervenire non solo sulle piante sopravvissute, cercando di salvare quelle che si possono salvare, e di piantarne di nuove dove è necessario, ma anche sui suoli, in modo da stabilizzare i versanti». Non mancano le testimonianze: «Le fiamme sono arrivate durante la notte – ricorda la giovane Chiara Manca, figlia del titolare del Bar Mario – è stato un vero inferno, fra il forte vento di scirocco e un'aria che diventava sempre più irrespirabile. Pensavamo fosse un incendio come gli altri, mai avremmo pensato di dover abbandonare addirittura le nostre case». Il fuoco ha imperversato per giorni. «I canadair non potevano volare – ricorda la vicesindaca – e l'incendio si è esteso prima che arrivassero i soccorsi. Eravamo circondati, tutti noi ci siamo sentiti impauriti e impotenti». Ora un primo segno di speranza e di rinascita. (p.cam.)

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