La Nuova Sardegna

Oristano

Incendio a Santa Anna, pesanti richieste del Pm

di Michela Cuccu
Incendio a Santa Anna, pesanti richieste del Pm

L’accusa chiede la condanna a tre anni e mezzo di reclusione per i tecnici Enel Le fiamme partirono da un sezionatore e distrussero quasi 800 ettari di territorio

23 ottobre 2021
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MARRUBIU. Devono essere condannati a tre anni e mezzo ciascuno, i tre ingegneri dell’Enel accusati di incendio colposo e omessa manutenzione degli impianti. È questa la richiesta formulata ieri mattina dalla pm Daniela Muntoni al processo scaturito dall’inchiesta sul rogo che nel luglio 2014 devastò 790 ettari di territorio nella borgata di Sant'Anna. Davanti alla giudice monocratica Elisa Marras, il pubblico ministero ha confermato la ricostruzione, fatta dalla collega che l’aveva preceduta nell’inchiesta, Rossella Spano e che ad aprile del 2017, portò al rinvio a giudizio di Enrico Onnis, di Mogoro, Carlo Spigarolo, di Como e del cagliaritano Silvio Ruggiero. Tutti avevano compiti differenti all’interno dell’Enel: l’ultimo era il responsabile della zona di Oristano per la società che distribuisce l’energia elettrica, mentre i primi due erano rispettivamente il responsabile dell’unità operativa che non avrebbe agito tempestivamente nonostante le segnalazioni fatte dai residenti di Sant’Anna sul malfunzionamento del sezionatore e il responsabile della distribuzione territoriale dell’energia elettrica per l’intera Sardegna. Fin dall'inizio dell'inchiesta, basata sulle indagini degli agenti della caserma di Marrubiu del Corpo Forestale, si era intuito che nessuna mano criminale avesse appiccato le fiamme che da Sant’Anna si spinsero e nei territori di Arborea e Santa Giusta. Come confermerà in una delle precedenti udienze il perito Fabio Cherchi, per sette volte, prima che l' incendio scatenasse l'inferno, la linea elettrica della zona di Sant'Anna aveva subito interruzioni nell'erogazione della corrente. Per l'ingegner Cherchi, la causa del fuoco fu appunto il cattivo funzionamento del sezionatore di media tensione, un apparecchio collegato alla rete elettrica dell’Enel. Tesi confermata anche da alcuni abitanti della zona, che testimonieranno in aula di aver notato le scintille uscire proprio dal sezionatore di media tensione. Un processo lungo per una vicenda che difficilmente gli abitati delle zone devastate dal fuoco dimenticheranno. Quella sera, nessuno chiuse occhio da quelle parti, molte case coloniche vennero evacuate e in tanti trascorsero la notte all'addiaccio. Alle richieste del pm si sono uniformati anche due degli avvocati di parte civile (gli altri parleranno alla prossima udienza), Efisio Laconi e Andrea Trogu, che hanno chiesto che gli imputati vengano condannati al pagamento delle decine di migliaia di euro per i danni provocati alle proprietà dei loro assistiti. Quattordici sono infatti i privati che si sono costituiti parte civile assistiti anche dall'avvocato Gianfranco Sollai, mentre i Comuni di Marrubiu e Arborea, sono rappresentati dall’avvocata Cecilia Fà. Parti civili che parleranno nella prossima udienza del 10 dicembre. I legali della difesa, gli avvocati Sebastiano Chironi e Pierluigi Concas, che hanno sempre respinto le accuse mosse nei confronti dei loro assistiti, parleranno infine nell’udienza fissata per il 7 gennaio 2022, quando sarà data la parola anche al++l’Enel.

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