La Nuova Sardegna

Oristano

Il regalo di Daniele Manca atto d’amore per Cabras

Il regalo di Daniele Manca atto d’amore per Cabras

Il regista 23enne presenta oggi al paese la sua opera prima “Una bella dì” Sceneggiato, girato (anche a San Giovanni) e montato durante la pandemia

31 ottobre 2021
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CABRAS. Ventitré anni, un grande amore per la Sardegna, che ha dovuto lasciare dopo il diploma per proseguire gli studi all'Istituto Michelangelo Antognoni di Busto Arsizio, e un presente che lo vede regista del cortometraggio “Una bella dì”. Daniele Manca ha scelto di dedicare la sua tesi accademica a Cabras, il suo paese d'origine, e stasera presenterà in anteprima nazionale il prodotto del suo primo lavoro ai suoi compaesani. «Da tempo mi chiedevano quando sarebbe uscito il film – spiega Daniele – e questo era l'unico modo per poterlo far vedere loro prima di portarlo a concorrere nei festival cinematografici».

Ma di cosa parla “Una bella dì”? «È la storia di un bambino di oggi che si ritrova misteriosamente catapultato nel 1971, in un'epoca molto diversa dalla sua sotto tutti i punti di vista – spiega Manca – la Sardegna ha tante storie da raccontare. Come Cabras, il mio paese. Così ho pensato che San Salvatore di Sinis potesse essere la location giusta per raccontarne, e ho mescolato gli elementi di un passato più vicino, che ho vissuto, e di un passato più lontano, che non ho vissuto ma mi sarebbe piaciuto vivere». La lontananza dalla sua terra ha generato nel regista questo bisogno di fare qualcosa che raccontasse il suo paese: «Studiando al Nord ho sviluppato una vera passione per la Sardegna – spiega Daniele – ritengo che sia bello portare la nostra cultura fuori dall'isola, mi piaceva questa idea. “Una bella dì” è il mio dono d'amore per Cabras». Il cortometraggio è stato girato durante la pandemia da Covid-19 e ha comportato diverse difficoltà per Manca: «Ho scelto di fare il film con attori non professionisti e ho azzardato nel lavorare con bambini, animali e un numero elevato di comparse. In più dovevamo di continuo fare i tamponi. Il lavoro è durato più di un anno, ma siamo riusciti a stare nei tempi che c'eravamo prefissati e siamo soddisfatti anche perché abbiamo potuto pensare anche ai dettagli. Nonostante alcune complicazioni, lavorare alla realizzazione del film è stato bello». Oggi arriverà il primo responso del pubblico, quello dei suoi compaesani, al cui giudizio Daniele tiene molto: «Mi piacerebbe che i cabraresi lo vedessero con amore, come una sorta di film-ricordo di un passato comune e della cultura di Cabras. Qualcosa che tocchi i sentimenti di ognuno e sia fonte di unione». Per Manca si tratta del primo vero passo nel mondo del cinema: «Oltre a curare la regia – racconta – nei miei studi ho imparato anche a sapere come lavora il resto della troupe. Mi sono anche applicato come operatore di camera e nello scrivere le sceneggiature».

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