La Nuova Sardegna

Oristano

Piscina ancora chiusa, «il Comune ci ha tradito»

di Davide Pinna
Piscina ancora chiusa, «il Comune ci ha tradito»

I genitori dei ragazzi furenti contro l’inerzia della amministrazione Lutzu «Non possiamo tesserarli con altre società, la città sta perdendo atleti validi»

07 novembre 2021
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ORISTANO. La nazionale italiana di nuoto fa incetta di medaglie agli Europei in vasca corta di Kazan, ma a Oristano c'è poco da festeggiare.

I genitori dei giovani agonisti cittadini lanciano l'allarme: «Se non ci diranno adesso chi gestirà la piscina, rischiamo di perdere un patrimonio di bravi nuotatori, che hanno ottenuto risultati a livello regionale e la cui carriera potrebbe ora interrompersi». La piscina comunale è chiusa, quasi ininterrottamente, da due anni. A settembre l'attività natatoria, con l'allentamento delle restrizioni sanitarie, è ripresa in quasi tutta la Sardegna, ma non a Oristano.

Acqua Sport, la società che gestisce la piscina insieme all'impresa edile Raffaele Pellegrini dopo un bando pubblico, e il Comune non hanno trovato l'accordo sul riequilibrio da 200 mila euro del piano economico-finanziario, che dovrebbe far fronte ai costi sostenuti senza ricavi durante il periodo Covid. Il sindaco Lutzu si è definito moderatamente ottimista sull'arrivo di novità entro poche settimane, ma non ha voluto scoprire le sue carte per garantire il buon esito dell'operazione. Intanto la voce che circola in città è che si vada verso una risoluzione consensuale del contratto, con la scelta di un nuovo gestore. Non c'è però nulla di ufficiale, ma questa incertezza è il problema principale dei genitori riunitisi nel comitato “Gruppo Agonisti Nuoto”. I ragazzi erano tesserati con Acqua Sport, ma ora sono svincolati e non possono partecipare alle gare.

«I ragazzi non possono tesserarsi con un'altra società, finché non sappiamo quando e soprattutto con quale gestore riaprirà la piscina» spiega Paola Madau. «A questo punto – gli fa eco un altro genitore, Sandro Pau – il mese di riapertura è secondario. Quello che ci interessa è il gestore, perché dobbiamo tesserare i nostri figli. Pretendiamo di saperlo entro questa settimana, perché i ragazzi stanno già perdendo le gare e nelle prossime settimane ce ne sono altre in programma». Fra questi ragazzi, c'è chi ha vinto titoli regionali e chi potrebbe sperare, con allenamento e gare costanti, di accedere anche ai campionati nazionali, ma quello che è un vero e proprio patrimonio sportivo di tutta la città rischia di perdersi.

«Molti ragazzi, magari fanno agonismo anche da nove anni, stanno rinunciando e si stanno allontanando» spiega Paola Madau. Il fatto è che i sacrifici sono iniziati col Covid, quando gli agonisti potevano allenarsi in altre piscine sarde, ma non a Oristano. «Da ottobre a gennaio io e mio figlio abbiamo fatto spola fra Elmas e Oristano – racconta Pau - poi, da gennaio, insieme alle altre famiglie abbiamo cominciato a frequentare Tramatza. Ogni mese dovevamo racimolare 130 euro per pagarci gli spazi acqua e mille euro di rimborso per gli allenatori. Poi da Tramatza siamo andati a Terralba, dove ci alleniamo ancora oggi». «Costi economici, ma anche mentali e di tempo, per ragazzi che dovrebbero nuotare sei giorni alla settimana e dedicare il settimo alle gare, ma invece si ritrovano senza obiettivi e con meno tempo per studiare» commenta Paola Madau. Sandro Pau replica anche all'opposizione, che ha denunciato l'assenza della cittadinanza nella vertenza della piscina: «Non abbiamo fatto proteste eclatanti, è vero, perché avevamo deciso di dare fiducia alle parti in causa e alle loro promesse. Ma non abbiamo mai smesso di bombardare l'amministrazione di telefonate e di fare sacrifici per tenere in piedi un gruppo sociale che non aveva più spazi a disposizione».

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