La Nuova Sardegna

Oristano

Perlite, entro il 2022 le navi andranno al porto industriale

di Davide Pinna
Perlite, entro il 2022 le navi andranno al porto industriale

Il Comune fissa il termine ultimo per l’utilizzo del pontile Nelle prossime settimane la decisione finale della Regione

01 dicembre 2021
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ORISTANO. Un altro anno al massimo. Il Comune, consultato dalla Regione nella procedura di rinnovo della concessione demaniale della Imerys Perlite Sardinia a Torregrande, ha fissato, come termine per l’utilizzo del pontile e dello stabilimento fra Brabau e la foce del Tirso, il mese di dicembre del 2022. Non è un semplice auspicio, visto che il Comune ha importanti competenze in termini di pianificazione urbanistica, ma sarà comunque la Regione a prendere nelle prossime settimane la decisione finale, sulla base di quanto emerso nel corso dell’istruttoria.

La conferma arriva dall’assessore all’Urbanistica Gianfranco Licheri: «La Regione dovrà tenere conto della nostra posizione. Quel tipo di insediamento non è compatibile con la pianificazione urbanistica dell’area ed è invece adatto al porto industriale. Ora, con il probabile via libera al progetto turistico dell’Ivi Petrolifera è ancora più evidente, senza contare i problemi ambientali legate alla presenza di un simile stabilimento e al traffico di mezzi pesanti sulle strade dei dintorni che andrebbero a gravare anche sul traffico cittadino».

Il sindaco Andrea Lutzu ricorda che si tratta di una questione delicata, ma conferma la linea del Comune: «Manteniamo la massima prudenza e vogliamo dare all’azienda i giusti tempi per organizzarsi, dato che la questione può riguardare anche dei posti di lavoro. C’è però da tempo la massima chiarezza da parte nostra sulla destinazione dell’area allo sviluppo turistico. È poi evidente che il progetto della Ivi e lo stabilimento della perlite non siano compatibili. La concessione demaniale è scaduta nel 2020 e ha avuto una proroga di un anno: ora probabilmente riceveranno un’altra proroga, ma noi abbiamo chiesto che sia condizionata alla predisposizione di quanto necessario per la smobilitazione. A meno che non si trovi un accordo fra la Ivi e la Imerys che preveda una trasformazione urbanistica dell’area compatibile con la nostra pianificazione, è chiaro che la soluzione migliore è il trasferimento».

Il primo a muoversi per chiedere il trasferimento delle attività legate alla filiera della perlite al porto industriale fu, nel 2013, l’ex sindaco Guido Tendas. La Regione però, nel 2014, estese la concessione demaniale per altri sei anni e ora è in corso la procedura per il rinnovo, con il Comune che ha ribadito il suo parere contrario. Il tema è tornato alla ribalta nelle ultime settimane perché, dopo un primo diniego, l’azienda aveva ottenuto l’autorizzazione unica ambientale da parte della Provincia a proseguire le attività di stoccaggio e carico della perlite raccolta a Monte Arci e il via libera da parte degli uffici del Comune alle opere di adeguamento delle strutture. Atti tecnici e quasi dovuti, che verrebbero annullati se venisse meno la concessione demaniale.

Nel frattempo ha preso posizione anche l’Associazione ex esposti amianto, che ha chiesto la bonifica dell’area, dove è altissima la presenza di lastre in amianto esposte all’azione del vento, denunciando l’incompatibilità dello stabilimento con i progetti di sviluppo turistico.

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